Il protagonista è Don Guido Bortoluzzi, parroco di Casso. Tra le pieghe di fatti e antefatti del disastro ci si imbatte anche in una vicenda in cui fede e storia si intrecciano.
Del 1957 è la prima relazione che segnala l’instabilità geologica del Monte Toc che sovrasta l’invaso. Alle 22.39 di quella sera una massa di 250 milioni di metri cubi di montagna precipita nel bacino
Il giornalista Carlo Mocci ricorda il 9 ottobre e le immagini di Aldo Missinato. E come lui tanti ertani che vivono in riva al Livenza non hanno dimenticato
I collaudi di riempimento del bacino artificiale tra lentezze burocratiche e anticipazioni illegali della Sade. L'acqua va e viene nel tentativo di frenare o controllare le frane che si staccano dal monte Toc
Alla vigilia del convegno nazionale, parla il bellunese Giorgio Giachetti, presidente veneto. «Ancora non riusciamo a capire come mai il monte Toc sia venuto giù a quella velocità»
Prima del Vajont: il monopolio idroelettrico e il suo fondatore Giuseppe Volpi a cavallo tra industria e politica. Una catena di dighe, laghi e condutture per la sete di energia della pianura padana. Le inutili proteste delle istituzioni locali
Negli ultimi giorni e nelle ultime ore prima del disastro i segnali di pericolo si moltiplicano. Ma niente di sostanziale accade: si sgomberano solo le frazioni sotto il monte Toc. La preoccupazione dei capi, i silenzi colpevoli
La società Sade sapeva che una frana sarebbe prima o poi caduta nel lago del Vajont. Ma negli anni precedenti al disastro del 9 ottobre 1963 minimizzò i rischi e mise a tacere gli allarmi. Nascosti studi geologici, rilevazioni ed esperimenti
Il primo impatto con la diga e la frana che causò la tragedia non è semplice: la gente non sa bene che aspettarsi. Un centro visitatori del Parco delle Dolomiti friulane e una cappella in memoria delle vittime aiutano chi arriva fin qui a vedere con i propri occhi
Solo tre anni per costruire la diga a doppio arco più alta del mondo. Il "biglietto da visita" per il lavoro italiano all'estero. Ma la frana che portò la morte nel Vajont fu cinque volte più grande di quella attesa