La Confraternita di San Nicolò, il Lloyd, le donne che lavorano per il porto. La città si trasforma con il vorticoso sviluppo della cantieristica. I saperi della manualità, le nuove costruzioni
Esotica, eclettica, rimane una delle maggiori testimonianze della città multireligiosa sin dal 1912. Prese il posto delle Scole che dalla metà del Settecento avevano servito alla necessità di culto degli ebrei triestini
Con l’avvio del Porto Franco nel 1719 gli Asburgo incentivarono l’insediamento di commercianti stranieri Una libertà religiosa senza eguali e la costruzione di luoghi di culto per ogni comunità segnarono l’identità della città
Dalle ville Necker, Bazzoni, Ermione e Lehner in via Romagna e fino alle ricche dimore di Campo Marzio la passione per la botanica e le aiuole fiorite segnò la grande borghesia dell’Ottocento
La frequentazione della costa tra bagni e camminate marine è un antico rito da Barcola ai litorali oggi scomparsi. Poi aprirono sulle Rive i primi affollati stabilimenti
Sfogliando le guide ottocentesche emerge il ritratto dei luoghi che cambiano nel tempo dai paesaggi, ai mercati, alla moda che le signore sfoggiano in Piazza Grande
Le residenze extra urbane sono gioielli storici e testimonianza dell’opulenza dell’alta borghesia cittadina dell’Ottocento. Villa Bottacin, Sartorio, Revoltella e Monbjiou i luoghi dove gli uomini di potere ostentavano il personale successo
In via dell’Acquedotto c’erano uffici consolari, attività commerciali e artigianali e i saltimbanchi davano spettacolo
Era consigliato frequentarlo agli “ammalati di poltroneria, malinconia e affezioni isteriche
Lo storico cosmopolitismo rivive nei luoghi sacri costruiti accanto al cimitero di Sant’Anna. Gioielli artistici che custodiscono storie di famiglie e personaggi famosi. Escher ed Engelmann nell’area evangelica, Carciotti ed Economo nella greco-orientale
Il cimitero monumentale di Sant’Anna raccoglie le vestigia di tanti protagonisti e di grandi famiglie. Gli architetti più famosi ne hanno celebrato i fasti e la memoria
Così Stendhal definì i lastricati del centro città. Che oggi almeno in parte sopravvivono e si possono riscoprire dalle Rive alla Città Vecchia salendo sul Colle di San Giusto
Dall’Audace al Venezia gli approdi lungo le Rive raccontano le trasformazioni della città nel corso degli anni e rappresentano gli indici del suo destino protesi in mare
È Palazzo Berlam ispirato ai grattacieli in mattoni rossi della Grande Mela. È l’Hotel de la Ville fu il primo albergo con ascensore e il primo dell’Impero con riscaldamento centralizzato
Da Sant’Antonio Taumaturgo, a corso Italia, piazza della Borsa, piazza Unità e molo Audace un tableaux vivant
che nei giorni di festa permetteva di guardare e farsi guardare, con qualche sosta golosa
Immaginiamo di avere tra le mani e di sfogliare una guida urbana dell’Ottocento e immergerci lungo le strade della passeggiata nell’atmosfera concitata, attiva, elegante della Trieste del tempo, dai caffè più esclusivi ai quartieri popolari