Il punto dello psicologo

Possiamo trovare una parte rituale in molte nostre azioni. Credo che il virus ce l’abbia tolta ma ci ha permesso di fermarci e capire meglio certe cose mentre prima eravamo preda solo dell’atto reale svestito dalla parte di consapevolezza rituale.

La cosiddetta normalità è qualcosa che va costruita, bisogna lavorarci su e alle volte con fatica. Non è una condizione che si possa dare per scontata

La perdita di identità soggettiva nella massa pare essere spesso il seme di molte derive sintomatiche dei giorni di oggi

Ho deciso di fare un inserto di rubrica dedicandolo a mio nipote, un nuovo nato nel terzo millennio, ad un viaggiatore nella nuova umanità, un amico del mondo che abita dall’altra parte del globo, che par lontano ma che in definitiva è un mio vicino e compagno di strada

Mi son guardato allo specchio pochi giorni fa. A parte i capelli molto più lunghi, la domanda che mi sono fatto è stata questa: sono lo stesso che è entrato all’inizio della chiusura a causa del Covid? Certo per certe cose sono lo stesso, ma forse non sono proprio uguale. Mi chiedo cosa ho perso e cosa ho guadagnato. E, ancora più in profondità, come ho gestito tutta questa esperienza?

Siamo risaliti, dopo un periodo cupo dove abbiamo preso contatto con le parti più fragili di noi, una sorta di contrappasso, fino a rivedere le cose belle e infin le stelle

L’aspetto paradossale è questo: la nostra è una società edonistica, basata sull’apparire senza assumersi grandi responsabilità. E questo, in fondo in fondo, senza mai metterci la faccia. La mascherina è il simbolo più corretto di questo nostro modo di essere.

La nostra casa è chiusa al virus, è chiusa agli amici alle uscite, ma è divenuta impermeabile a questa porzione di connessioni che la attraversano senza incontrare limiti, senza barriere di confine.

Un mese di assenza di relazioni umane autentiche portano con sé quello che vediamo oggi. Confusione. Frustrazione. Rabbia alle volte. Smarrimento.

Magari quando usciremo di casa, prima di collezionare altri pezzi di vita, faremmo bene a dar maggior senso a quelli che già abbiamo: forse ci aiuterà a sentirci meno poveri.

Quanti maschietti adesso sbuffano nel rendersi conto di quante incombenze si debbano fare in casa a loro insaputa.