Tiziana Panella e Vittorio Emanuele Parsi, un amore più forte della morte

Il malore durante un evento, il rischio di non farcela, la storia di una rinascita: i due si raccontano a Monfalcone Geografie

Margherita Reguitti
Tiziana Panella e Vittorio Emanuele Parsi
Tiziana Panella e Vittorio Emanuele Parsi

Un amore più forte della morte, una promessa che non sarebbe venuta meno. Un uomo e una donna all’alba di un amore maturo si trovano in un evento non contemplato: la concreta possibilità della morte

Lucidi, pronti a mettersi in gioco e a svelarsi nel proprio privato, decidono di scrivere un libro nel quale raccontare paure e punti di forza nell’aver affrontato assieme un viaggio difficile e dal risultato incerto. “La vita due volte. Storia di come siamo rinati, insieme” di Tiziana Panella e Vittorio Emanuele Parsi (Rizzoli, pagg. 208, euro 17) sarà presentato sabato 29 marzo, alle 17, a Monfalcone nella rassegna “Geografie” in piazza della Repubblica.

l 27 dicembre 2023 Vittorio Emanuele Parsi, professore all’Università Cattolica di Milano, uno dei maggiori esperti di politica internazionale, durante un incontro pubblico a Cortina avverte forti dolori al petto, il senso del dovere gli impone di concludere la conferenza prima di essere portato in ospedale. Verrà trasferito d’urgenza all’ospedale di Treviso, in condizioni gravissime. La diagnosi è dissezione dell’aorta, possibilità di sopravvivenza 1 per cento.

Lei Tiziana Panella, giornalista conduttrice del programma giornaliero Tagadà su La7, avvisata da un amico al momento non crede alla gravità della situazione, Vittorio ama fare scherzi e lei non ci casca più. Ma questa volta non si tratta di una burla. Vittorio sarà operato, un intervento di 8 ore, poi giorni in coma e quindi la terapia intensiva con un corpo dipendente dai macchinari e dai medici e infermieri che, superata la criticità, gli insegneranno a respirare, muoversi e tornare a vivere.

«Mi sono trovata completamente inadeguata - spiega Tiziana Panella - a fronteggiare questo accadimento così grave. Anche se ho consuetudine con la malattia ero esposta senza pelle nel momento in cui aspettavo di sapere se Vittorio ce l’avrebbe fatta, e come sarebbe tornato da me dopo il coma e la terapia intensiva. È stato allora che ho capito la necessità di chiedere aiuto, a familiari, amici, medici e infermieri. Ho trovato in ospedale professionisti non solo eccellenti, ma anche in grado di darmi spiegazioni guardandomi negli occhi, di prendersi cura di me. A loro mi sono affidata e di loro mi sono fidata. Questa è una delle motivazioni che ci ha convinto, dopo la ritrosia iniziale motivata dalla nostra riservatezza, a condividere la nostra storia, per dare forza a chi ci è passato».

Il libro uscito da pochi giorni sta avendo un grande successo di pubblico. «Credo che i lettori comprendano il senso di esserci messi a nudo - spiega Parsi - anche negli aspetti più delicati, dove il pudore rende difficile spiegare come accettare che altre mani debbano fare per noi quello che prima era normale. Nella lucidità prima dell’intervento, ma anche nel sogno del coma, la forza dell’amore mi ha aiutato a non abbandonare la convinzione che ce l’avrei fatta a risalire la foiba profonda, per riemergere da Tiziana».

Per entrambi la scrittura che ripercorre la nascita della loro storia e il prima, andando a svelare aspetti riservati della vita famigliare, è stato un modo per mettersi nelle mani dei lettori il loro privato come prova della loro affidabilità nella condivisione di paure, sentimenti, riflessioni che possono essere specchio e incoraggiamento per molti.

«Siamo entrati in questo incidente - continua Tiziana - da persone innamorate, di un amore giovane, intenso e passionale, siamo uscite insieme diverse». Il libro è un elogio della sanità pubblica veneta, eccellenza sul territorio, attenta anche alle ripercussioni psicologiche e umane di gesti e parole: «Sento molta gratitudine per tutto il personale dell’Ospedale - aggiunge Vittorio - capace di quell’empatia, delicatezza, gentilezza nella cura. Ho capito che essere deboli insegna altra esperienza e compreso l’importanza dell’umiltà rispetto alla modestia perché può accadere di essere completamente dipendenti dagli altri». Una condivisione della condizione di fragilità che non toglie ma dà, della dignità nel dare aiuto e nel riceverlo. —

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