Calabrese e l’«Ottantena» per la Reggio come Mrs. Maisel

Domani la stand-up comedy per i tempi di Covid apre la stagione della Contrada «Vedrete una donna che riflette sul presente, sul passato e si rivolge ai giovani»
Davide Calabrese (Foto Laila Pozzo)
Davide Calabrese (Foto Laila Pozzo)

TRIESTE Davide Calabrese alla conquista di Trieste. Sarà indubbiamente lui l’artista più gettonato nell’autunno del capoluogo giuliano. «Credo che in un momento di emergenza i teatri della città abbiano voluto valorizzare gli artisti del territorio» minimizza lui, ma in realtà i suoi impegni lo porteranno anche molto più lontano.

Intanto si parte domani con “Ottantena. Stand up comedy show con Signora e mascherina”, lo spettacolo in dialetto che aprirà la stagione della Contrada di cui è autore e regista. «Ho scritto il testo durante il lockdown e il mio pensiero era andato proprio alle persone che appartenevano a quella fascia d’età considerata a rischio e pensando a Trieste, l’eroina per antonomasia non poteva che essere Ariella Reggio. L’idea era: se la gente non si fidasse di tornare a teatro ci vorrebbe un segnale forte per convincerli, qualcuno che sia in grado di dare l’esempio dicendo: se ci sono io, potete venire anche voi», spiega Calabrese. «E così vedrete Ariella alle prese con un monologo in cui parla di se stessa, proprio lei che è cintura nera di umiltà».

Una stand up comedy per Signora fa subito correre con il pensiero a una pluripremiata serie tv come “The marvelous Mrs. Maisel”, la cui protagonista è proprio una donna che attraverso la stand up comedy riesce a offrire un singolare punto di vista all’America degli anni ‘50. «Non solo ho amato quella serie tv, ma ho costretto Ariella a guardarla per farla entrare in contatto con l’idea che avevo in mente, che non era cabaret, ma una specie di Woody Allen al femminile», rivela Calabrese. Nell’attesa di vedere se anche la Reggio sarà vestita dalla Maison Dior come la Maisel, Calabrese rassicura: «Vedrete una donna che ha superato gli ottant’anni, in piedi col suo microfono, che riflette sul presente, sul passato e che rivolge uno sguardo alle nuove generazioni. Sarà Ariella, non un personaggio scritto per lei, ma in due o tre parentesi, al telefono, gli spettatori ritroveranno la Signora Debegnach».

Uno spettacolo divertente, scorretto, ambizioso che resterà in scena per un mese intero e vedrà la Reggio dividere il palco con Anselmo Luisi. «Un musicista eclettico, bizzarro, nato a Trieste ma che io stesso ho conosciuto a Milano», spiega Calabrese. «Si occupa, tra le altre cose, di Body Percussion, ed è il perfetto alter ego per Ariella».

Pochi giorni dopo il debutto, Calabrese sarà al Rossetti, in veste di presentatore per “La fuga delle voci”, primo appuntamento di Musical dello Stabile. «Sono felicissimo di poter presentare con la mia irriverenza le voci italiane che stanno lavorando molto all’estero. Molti di loro sono dei miei cari amici, quindi non vedo l’ora di vivere quella serata».

Ma Calabrese è anche uno degli Oblivion, che torneranno in regione e allo stesso Rossetti con il loro nuovo “Oblivion Rhapsody”. «Sarà uno spettacolo innovativo, in cui presenteremo cose vecchie al 50% e cose nuove al 50% e in questa occasione non avremo basi registrate, saremo noi a suonare dal vivo con l’ausilio della chitarra di Lorenzo Scuda». Intanto qualche giorno fa è uscito il loro video di “Ecco magari questo no” brano che chiude lo spettacolo “La bibbia riveduta e scorretta”. E Calabrese è ottimista: «A tutti quelli che mi chiedono se il lavoro che ho scelto scomparirà causa Covid, rispondo sempre che Netflix non può sostituire il live. La gente ha bisogno e voglia di ritrovarsi e di partecipare a un rito collettivo quale solo il teatro sa essere». —


 

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