Buon compleanno Tartini. La sua eredità in digitale da Trieste si apre al mondo

A duecentocinquantuno anni dalla morte del poliedrico violinista e compositore nato a Pirano da oggi al Conservatorio triestino un museo interattivo transfrontaliero, con rarità e curiosità 
Un ritratto di Giuseppe Tartini (1692-1770) appartenente a una collezione privata. Foto Agf
Un ritratto di Giuseppe Tartini (1692-1770) appartenente a una collezione privata. Foto Agf

TRIESTE A 250 anni più uno dalla scomparsa, a 330 anni meno uno dalla nascita ed esattamente a 300 anni dall'assunzione presso la Cappella musicale di Sant'Antonio a Padova, il Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste celebra il Maestro delle nazioni dal quale prende il nome. È stato presentato infatti il Museo interattivo transfrontaliero a lui dedicato, in una vernice digitale della quale sono stati protagonisti promotori e curatori delle iniziative avviate l'anno scorso nell'ambito del progetto Interreg Italia-Slovenia.

L’anno 2020 era iniziato con la presentazione di un ricco programma che avrebbe legato in percorsi culturali e progetti digitali i luoghi di Tartini: Pirano e Padova, ma anche Trieste, sede del Centro di documentazione e studi tartiniani. Una festa sospesa e ridotta al minimo nei suoi contenuti “live” poco dopo l’annuncio, ma che si prepara a ripartire, perché è sempre il momento giusto per far conoscere la vita e le opere di un grande protagonista del panorama musicale europeo del Settecento.

Il conservatorio riparte dalle visite virtuali, con il museo diffuso che permetterà di visitare da casa la Stanza tartiniana che conserva manoscritti, rarissime opere a stampa, elementi di montatura di violino, due insoliti archi di legni americani che testimoniano la continua esplorazione del suono e del suo potenziale, ma anche la maschera mortuaria, oggetti rari e molto personali come la parrucca del musicista, un crocifisso, la custodia del suo violino con le iniziali ricamate. Sono oggetti passati nei secoli di mano in mano, in un commercio di cimeli che è stato spesso conseguenza delle disavventure economiche dei diversi proprietari e che fortunatamente (soprattutto grazie alla donazione di Ettore Rampini nel 1903 all'allora Liceo musicale Tartini) si è concluso in un luogo che li ha resi patrimonio collettivo. Questa stanza, concretamente esistente in via Ghega, è l'unità triestina di un museo virtuale transfrontaliero che comprende anche documentari realizzati a Padova e Pirano.

Per ribadire la rete di collaborazioni, alla conferenza di inaugurazione hanno preso parte il direttore del conservatorio triestino Roberto Turrin, il project manager Ince Ugo Poli e la vicesindaca di Pirano, presidentessa della locale Comunità degli italiani Manuela Rojec, che hanno espresso la comune volontà di proseguire nella valorizzazione del patrimonio tartiniano a livello di ricerca e diffusione culturale, ma anche per lo sviluppo del turismo musicale.

I contenuti della Stanza sono stati presentati dai curatori del progetto, Margherita Canale e Paolo Da Col, che alla puntualità musicologica aggiungono la passione dei ricercatori (dalla caccia al violino di Tartini, ancora aperta, al fortuito ritrovamento di fascicoli autografi sul mercato antiquario) e sono una fonte inesauribile di aneddoti sul maestro piranese. Saranno loro a guidare idealmente i visitatori nello spazio interattivo dove ciascuno potrà scegliere il percorso di visita a seconda dei propri interessi specifici: questioni riguardanti gli interessi teorici di Tartini e i suoi esperimenti acustici, oppure temi più personali come la sua passione per il cioccolato, il pessimo rapporto con la ritrattistica o l'attenzione per gli allievi, dai consigli pratici alla ricerca di un impiego. A loro Tartini affidava composizioni, appunti e approcci innovativi grazie ai quali il suo talento ha acquistato una meritata notorietà internazionale; forse il passaparola digitale potrà restituire oggi al musicista il posto che gli spetta anche nelle sale da concerto.

Chi voglia approfondire la conoscenza di Tartini, da musicista o ricercatore, ne rimane sempre affascinato. Dietro alla confortante immagine dell'insegnante e del teorico, che con le sue competenze attirava a Padova allievi da tutto il mondo, c'è uno sperimentatore dal temperamento acceso, un abile spadaccino con rocamboleschi trascorsi, per non parlare delle celebri, sulfuree visioni che hanno portato alla composizione del suo manifesto, ovvero “Il trillo del diavolo”.

Per avvicinarsi alla dimensione quotidiana di questa personalità originale può essere utile la lettura del suo ampio carteggio, pubblicato da Eut con traduzione in inglese e sloveno ma disponibile anche online, e dal quale nel nuovo percorso virtuale vengono proposti suggestivi frammenti con la voce dell'attore Adriano Giraldi. Tutti i contenuti speciali (ascolti musicali inclusi) della visita, realizzata a livello tecnico da Divulgando, sono visualizzabili cliccando su icone presenti nello spazio virtuale.

A Tartini, musicista dalla vocazione scientifica, sarebbe piaciuto sapere che la sua eredità sta diventando una delle più largamente fruibili con mezzi digitali. La Stanza di Tartini sarà aperta da oggi, giorno del suo compleanno, sulle pagine web del conservatorio e della piattaforma transfrontaliera discovertartini.eu, che comprende ulteriori contenuti di altissimo valore, come il catalogo tematico digitale delle opere, unico nel suo genere. Trieste mantiene così il curioso primato di avere avuto e di mantenere un ruolo centrale nella Tartini renaissance, pur essendo una città che il compositore non ha mai frequentato. —

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