Un anno fa l'addio a Margherita Hack, l'amica delle stelle

L'astrofisica italiana le deve ancora moltissimo e ancora di più la divulgazione: a un anno dalla morte, avvenuta a Trieste il 29 giugno 2013 a 91 anni d'età, è più importante che mai l'eredità lasciata da Margherita Hack, l'astrofisica capace di affascinare ricercatori e semplici appassionati delle stelle con il suo entusiasmo trascinante e l'ironia inconfondibile. Il ricordo dell'amica delle stelle - come la stessa Hack si definiva - continua ad essere un motore per tanti ricercatori, ma anche i tantissimi appassionati del cielo che hanno seguito le sue conferenze, capaci di catturare l'attenzione di tutti per la semplicità con cui parlava e la simpatia che sprigionava.
Oltre che per i contributi scientifici, è stato un esempio il suo impegno in difesa della libertà della scienza e della laicità dello Stato. La sua eredità è più sentita che mai perchè è stata indubbiamente il motore che ha portato gli osservatori italiani in prima fila a livello internazionale ed è anche suo il merito se oggi la ricerca dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ha un ruolo di primo piano a livello internazionale. Per questo a un anno dalla sua scomparsa «Margherita Hack ci manca sempre di più», osserva il presidente dell'Inaf, Giovanni Bignami. «Ci voleva lei - ha aggiunto - come parafulmine nella continua difficile interazione con la politica, ma soprattutto per tenere su il morale».
Tra i ricordi più vivi c'è quello dei 90 anni di Margherita Hack: «Trieste la festeggiò e io ebbi il difficile compito di dire le solite due parole. La risolsi recitando una poesia a lei dedicata, mentre giocherellava con l'elegante scatola del Quirinale con le insegne di Grande Ufficiale della Repubblica. Palesemente contenta ma senza sapere cosa farsene». L'ironia e la leggerezza si conciliavano con una determinazione così forte da renderla un modello per le altre ricercatrici. «È stato un ruolo che lei non ha mai sottolineato, ma che è estremamente importante per chi l'ha conosciuta e ammirata, come per i tanti che hanno cominciato a interessarsi all'astronomia», rileva Patrizia Caraveo, direttrice dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano dell'Inaf.
«È stata un'ispiratrice per i ricercatori, aveva capito l'importanza del legare l'astronomia allo spazio e il suo impegno per la divulgazione scientifica - conclude - è stato un esempio per tutti i ricercatori, per i quali ritagliare un pò di tempo per la divulgazione è sempre più difficile».
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