Trieste piange il patron dell’Antro del profumo, una vita tra essenze e pennelli da barba

Per 60 anni Aldo Zanne, nominato nel 1980 Cavaliere del lavoro, ha venduto boccette e flaconi a triestini e turisti  
Aldo Zanne davanti a una delle vetrine del suo storico negozio in via Mazzini, l’Antro del Profumo, in uno splendido ritratto realizzato dalla fotografa triestina Roberta Radini
Aldo Zanne davanti a una delle vetrine del suo storico negozio in via Mazzini, l’Antro del Profumo, in uno splendido ritratto realizzato dalla fotografa triestina Roberta Radini

TRIESTE I profumi cipriati per le signore, tutto l’occorrente per la rasatura classica della barba per gli uomini. Niente bagnoschiuma, ma solo “savon in toco” da 300 grammi. «E me raccomando, co’ i entra, i devi uscir sempre con una borsetta». Empatico, soprattutto con chi gli andava a genio, e nostalgico dei tempi in cui la tecnologia non era padrona delle nostre vite: Trieste piange il titolare dello storico Antro del Profumo di via Mazzini. Se n’è andato nei giorni scorsi, all’improvviso, Aldo Zanne, 84 anni. Si trovava a casa, dopo un pomeriggio in giardino, in attesa della cena, quando un infarto lo ha colto di sorpresa. «È stata una morte indolore per lui», precisa la figlia Consuelo, che da tre anni, quando il padre aveva avuto il primo infarto ed era stato operato, aveva preso in mano l’attività. «Negli ultimi tempi veniva a trovarmi – racconta -, era sicuramente d’aiuto negli acquisti. Come lui era innamorato di questo mestiere, lo ero anche io». I tempi sono però cambiati e per il momento il negozio rimarrà chiuso. Sul suo futuro non ci sono ancora certezze.

Se non riaprirà, questo locale resterà comunque sicuramente nella storia. Aperto nel 1896, Zanne lo aveva rilevato nel 1972. «Nel 1980 mio padre aveva ampliato il locale – specifica sempre la figlia - e nel 2010 era stato nominato Cavaliere del lavoro». Un riconoscimento ricevuto dal titolare dell’Antro del Profumo, innamoratissimo della sua città, per i suoi 60 anni di attività consecutivi dietro il bancone. «L’entrata è libera per le persone simpatiche, chiusa per le persone antipatiche», si sente in un video ancora su Youtube. Tante boccette di svariate epoche rappresentavano i profumi di un tempo, con le vetrate Tiffany in stile Liberty all’entrata per incuriosire il pubblico e invitarlo a entrare in un mondo che non c’è più. Ultimamente anche giovani interessati alla cura della barba. «Mio padre consigliava sempre i prodotti per la rasatura classica: pennello in tasso, sapone “in toco” e rasoio di sicurezza con ricambi di marchi rigorosamente tedeschi o austriaci». Invece per la toilette della barba offriva creme e balsami. Non mancava ovviamente l’attenzione al genere femminile con i “profumi cipriati”, che suggeriva in particolare nelle versioni prodotte con il fiore d’arancio e il calycanthus, perché «il profumo dei fiori era inebriante».

E poi c’erano i saponi, di cui Zanne era un grande collezionista. «Da noi non si vendeva bagnoschiuma ma – spiega la figlia - saponi da 300 grammi, il “savon de nona Irma che sa de neto”». Ai suoi clienti, tra cui turisti tedeschi e austriaci, chiedeva i contanti invece del bancomat, perché non amava la tecnologia. Tuttavia se li coccolava per bene: un cioccolatino e una poesia per ciascuno. Sì, perché Zanne componeva anche versi: «Ho 81 anni – raccontava sempre nel video qualche anno fa – ma me ne sento 48. Lavoro da 66 anni però ne ho sempre 48, perché ho l’età eterna, eterna come l’illusione, un’illusione d’amore che m’incatena il cuor». —
 

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