Trieste dice addio a Bianca, signora delle cime
TRIESTE Addio Bianca Di Beaco, signora delle cime. È morta all’età di 84 anni una delle donne più forti e rappresentative dell’alpinismo triestino. Personaggio conosciuto a livello nazionale e internazionale sia per le sue imprese, sia per le sue idee di rispetto e libertà nei confronti della vita e dell’alpinismo, Bianca di Beaco ha dedicato la sua esistenza a diffondere i valori della montagna e a sostenere progetti di cultura e solidarietà. Alpinista di punta negli anni Cinquanta, era considerata una delle più forti alpiniste del mondo. Nel corso di una lunga attività ha aperto numerose vie, sia sulle Dolomiti che sulle montagne extraeuropee. Affrontava i viaggi sulle cime europee, asiatiche e americane con pochi mezzi e una gran voglia di avventura e di avvicinamento alle altre culture. Fu la prima donna a superare il VI grado da capocordata in Dolomiti, e realizzò spedizioni alpinistiche in Grecia, Turchia, Iran, Pakistan. Scrittrice appassionata, ha firmato molti articoli, pubblicati su “Il Piccolo” e su varie riviste di montagna.
Donna dalla forte personalità, negli anni Sessanta venne presentata per essere ammessa al Caai, Club alpino accademico d’Italia, l’empireo degli scalatori. Ma appunto è una donna, e le rifiutano l’accesso. La richiesta viene reiterata nel 1978, assieme a quella per un’altra fuoriclasse dell’alpinismo, Silvia Metzeltin Buscaini. I tempi sono cambiati, stavolta le due donne vengono ammesse. Ma adesso, per orgoglio, sono loro a rifiutare. Bianca entrerà invece a far parte del Gism, il Gruppo italiano scrittori di montagna, dopo la pubblicazione del libro “Sui monti della Grecia immortale”, scritto a quattro mani con Spiro Dalla Porta Xidias, suo grande amico e compagno di cordata in tante salite.
Ricco il carnet delle sue scalate, in cordata con alpinisti d’eccezione come Berto Pacifico, Walter Mejak, Jože Baron, che fu suo compagno anche nella vita. «La montagna - diceva Bianca Di Beaco - non è la parete, ha anche una cima da offrire, dove si conquista lo spazio più che il successo».
«Quello che Bianca ha scritto - commenta Gianni Magistris del Cai di Valmadrera - ancora oggi riesce a trasmettere sentimenti che non hanno tempo, sono valori in parte andati persi a scapito di interessi e intrighi personali e dell’arrivismo galoppante che si manifesta purtroppo anche nell’ambiente della montagna».
Magistris sta dando alle stampe una biografia di Bianca Di Beaco, primo volume di una nuova collana a cura del Centro Operativo Editoriale della sede centrale del Cai. Titolo: “Non sono un’alpinista”. «Bianca lo diceva sempre e lo scrisse anche in una lettera - ricorda Magistris -: “non sono un’alpinista, sono una vagabonda che cerca tregua e spazi di bellezza”». Per sua volontà non ci saranno esequie, ma solo la deposizione delle ceneri il 23 febbraio al Campo 38 del Cimitero di Sant’Anna.
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