Tagli, i teatri si ribellano per i 500 posti a rischio

Il Verdi perde 700mila euro e il Rossetti 300mila «Molte strutture costrette a fermare l’attività»
UDINE
Il Verdi perde 700mila euro, il Rossetti 300mila, la Contrada 210mila. Per i teatri triestini la sforbiciata prevista in Finanziaria si aggira attorno al 25%. A Udine va perfino peggio: il Nuovo si vede decurtare rispetto a un anno fa il 30% dei finanziamenti regionali.


LA PROTESTA
Un dimagrimento che il mondo teatrale non accetta. Perché non è solo questione di cultura ma anche di lavoro. «Se i tagli verranno confermati - sintetizza Alberto Bevilacqua, presidente di Arts, Associazione regionale teatri e spettacolo -, molte realtà chiuderanno i battenti». A Udine, educata ma molto ferma, va in scena la protesta dei maggiori teatri del Friuli Venezia Giulia. Al Palamostre ci sono esponenti di Arts - a.Artisti Associati di Gorizia, Css, Teatro stabile di innovazione, Cta, Ert, La Contrada - ma non mancano i non soci Rossetti e Miela. Sono tutti sull’orlo del baratro, non è una questione territoriale, i tagli medi in Finanziaria sono del 25%, va un po’ meglio a Ert e Mittelfest (-10%) ma non è il momento delle distinzioni: il grido d’allarme è unanime.


I TAGLI
È Bevilacqua a leggere un lungo comunicato riempito di cifre. Tutte all’ingiù. Il settore cultura passa da 43 a 28 milioni di euro (-35%), il Verdi da 2.820.000 a 2.115.000 euro, il Rossetti da 1.200.000 a 900.000 euro, La Contrada da 850.000 a 640.000 euro, il Miela da 450.000 a 340.000 euro. Anche a Gorizia e Monfalcone i tagli si fissano a quota 25%. «Con queste percentuali - sottolinea il presidente di Arts e del Css Udine - si spegnerebbero le luci dei teatri di un sistema costruito in più di trent’anni di investimento pubblico e privato».


IL SISTEMA
Non basta, insiste Bevilacqua: «Chiuderebbero le imprese, si perderebbero innumerevoli posti di lavoro, si interromperebbe un servizio di pubblica utilità, verrebbe meno un presidio di aggregazione sociale diffuso su tutto il territorio». Qualche cifra: Arts - con l’aggiunta dei soli dati del Rossetti - rappresenta, indotto escluso, oltre 500 lavoratori, 40mila giornate lavorative, 1,6 milioni di versamenti di oneri previdenziali, 913 serate all’anno di spettacoli, 500mila spettatori paganti.


LA LETTERA
Che fare dopo aver già preso impegni, firmato contratti, definito calendari per il prossimo anno? Per adesso solo scrivere ai sindaci chiedendo loro di fare pressing sulla giunta Tondo. Alla lettera spedita agli amministratori locali hanno già risposto positivamente Monfalcone, Gradisca, Cormons, Udine, Codroipo, Orsaria, Tolmezzo, San Vito al Tagliamento, Cordenons e Zoppola. In agenda dei responsabili teatrali anche la richiesta di un incontro con la sesta commissione consiliare e con i capigruppo di maggioranza e opposizione.


L’APPELLO
I teatri si rivolgono in primis a Renzo Tondo e a Roberto Molinaro. Un appello a reintegrare il budget per la cultura, per poter superare «l'emergenza 2010». «Le nostre sono aziende sane - rileva Livia Amabilino, presidente de La Contrada -, che sono state in grado di rimediare a precedenti penalizzazioni. Ma tagli del genere ci costringerebbe a chiudere». Parole che ripetono anche, al tavolo dei relatori, il direttore di Artisti Associati Walter Mramor, il presidente Angelo Cozzarini e il direttore dell'Ert Renato Manzoni, il direttore artistico del Cta Roberto Piaggio, che parla di ”effetto domino”: «Dopo che sono iniziati i tagli del ministero, ecco quelli di Regione e Province». A solidarizzare con loro, tra gli altri, Roberto Antonaz, Furio Honsell, Kristian Franzil, Mauro Travanut, Paolo Menis e Piero Colussi.

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