Soprintendenza archeologica, mistero sul dopo-Fozzati
Il tormentato mondo delle Soprintendenze passate da un lato attraverso i vari “casi Miramare” e dall’altro per le contestazioni violente di architetti e costruttori, affronta adesso, e per il momento, un bel mistero. Che riguarda non i soprintendenti di cui sopra, rispettivamente ai Beni artistici e a quelli architettonici, ma il terzo, titolare dei Beni archeologici, segnalatosi al confronto per la quiete e il silenzio che hanno accompagnato i suoi 6 anni di lavoro.
Luigi Fozzati, uno dei più importanti archeologi subacquei d’Italia, nominato a Trieste in via diretta dal ministro Sandro Bondi nel 2008, successivamente riconfermato per altri tre anni, ha il mandato in scadenza con luglio. Il ministero dei Beni culturali aveva pubblicato solo pochi giorni fa molti bandi per la copertura di posti, in tutta Italia, uno riguardava appunto la regione. Per «la Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia con sede a Trieste».
Il provvedimento portava la data dell’8 luglio, e lo stesso Fozzati afferma di esserne stato ovviamente a conoscenza, pronto a ripresentare la propria domanda per essere confermato.
Ma solo pochi giorni dopo, l’11 luglio (e in palazzo Economo quasi nessuno ne ha preso immediata visione e conoscenza), il Mibact ha emesso un’altra, e scarna circolare. Il cui oggetto è il “ritiro” delle 11 circolari emesse l’8 luglio, precisamente quelle dei bandi per la copertura dei posti. Motivazione addirittura ultrascarna: «Alla luce di quanto rappresentato dal Segretario generale, si dispone il ritiro delle seguenti circolari concernenti la disponibilità di incarichi di funzione dirigenziale di livello non generale». Termini tecnici per dire che si era in cerca di soprintendenti, e che la ricerca è annullata. Segue l’elenco degli “interpelli” cassati. C’è anche quello della Soprintendenza per i beni architettonici di Trieste.
Che cosa abbia detto il Segretario generale del ministero, Antonia Pasqua Recchia, non appare agli atti. Le supposizioni che circolano sono di doppia natura. Secondo alcune fonti il ministero sarebbe ormai talmente sguarnito di soprintendenti archeologi che il ministro in persona, Dario Franceschini, si sarebbe molto irritato per l’emissione di un bando al quale nessuno può rispondere (4 chiamate su 11 erano per posti di soprintendente archeologico, altre riguardavano archivistica, beni architettonici e paesaggistici e funzioni diverse all’interno delle direzioni generali). Secondo altre interpretazioni invece il passo indietro sarebbe motivato da ben più “pesanti” motivi.
Da tempo si dà per certo che il 15 luglio Franceschini varerà quel pezzo di riforma del ministero che molti temono e pure avversano, che ha radici già nelle riflessioni e nei piani del suo predecessore Massimo Bray, e che il premier Renzi caldeggia con la consueta irruenza: tagliare il numero di Soprintendenze e di relativi soprintendenti, accorpare Direzioni regionali. Il piano della “spending review” aveva consegnato al Mibact un prospetto drastico: 9 direzioni regionali da accorpare e 32 soprintendenze da smagrire. La presidente della Regione, Debora Serracchiani, si era già preoccupata di ottenere rassicurazioni sul fatto che il Friuli Venezia Giulia non sarebbe stato messo in fusione col Veneto. Ma adesso, sul “punto Fozzati”, il mistero si riaffaccia. E non solo per il soprintendente in scadenza.
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