Riparte la grande corsa al “fortino” degli esuli

L’Irci, scaduto il mandato della presidente Vigini, si appresta a rinnovare i vertici Associazioni a caccia di un candidato unitario. Nel totonomi Delbello e Degrassi
sterle trieste forum de il piccolo candidati codarin rosato sponza nella foto codarin
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L’Istituto regionale per la cultura istriana, fiumana e dalmata si accinge a rinnovare i suoi vertici. Come sempre accade in questa occasione, attorno a questo fortino di istrianità (e non solo) si coagulano interessi e punti di vista diversi. Nel mondo degli esuli nessuno scommette sulla possibilità di un nuovo mandato della presidente uscente Chiara Vigini, la cui gestione è stata criticata anche aspramente nel corso degli anni. Stavolta le associazioni dell’esodo si presenteranno con un candidato comune, sulla cui identità al momento si possono soltanto fare delle ipotesi: i nomi che circolano nell’ambiente sono quelli di Franco Degrassi, ex assessore della giunta Illy, e dell’ex presidente dell'Università popolare Silvio Delbello.

Il contesto La prestigiosa posta in palio è la gestione del museo dell’Irci di via Torino dove, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, stanno iniziando i lavori per l’allestimento. La mostra così com’è stata pensata sotto la presidenza Vigini è considerata «parziale» dalle associazioni degli esuli, ed è dato per scontato che la nuova presidenza dovrà rimetterci mano. Trattandosi però di un lavoro della dirigenza attuale, è probabile che si attenda ancora qualche settimana (il tempo dell’allestimento) prima di convocare l’assemblea per il rinnovo dei vertici.

Il bilancio Prima di far questo il consiglio dell’Irci dovrà chiudere il bilancio, forse un compito impegnativo dopo che a fine 2014 l’istituto aveva avuto da ridire con l’ormai ex tesoriere Stefano Nedoch sulla gestione dei fondi. Nel frattempo il Comune, che era stato il grande elettore di Vigini alla scorsa tornata, ha abbandonato il suo ruolo di socio dell’Irci, aprendo nuovi spazi di manovra. Ecco perché le associazioni degli esuli si stanno coalizzando per un candidato condiviso: dopo aver perso un anno fa l’Università popolare di Trieste (ora guidata da Fabrizio Somma, uomo vicino ai vertici della Regione, e non più da Delbello, espressione dell’ala più a destra dell’associazionismo), hanno l’occasione per riprendere il timone dell’Istituto di via Torino.

Federesuli Il presidente di Federesuli Antonio Ballarin è acceso sostenitore del candidato unitario: «Nella vicenda del museo le associazioni hanno dovuto far fronte comune, favorendo la rinascita di un percorso unitario - spiega -. Nella nostra accezione l’Irci è un ente di eccellenza, così come potrebbe essere ad esempio il centro di ricerche storiche di Rovigno: un fulcro della storia della nostra terra. Su questo siamo tutti concordi e va da sé che nell’elezione dei vertici futuri ci presenteremo assieme». Ballarin non si sbilancia sui nomi: «Quel che conta è il progetto che sarà rappresentato da quel nome, e le persone che sosterranno quel progetto».

L’Unione degli istriani Il presidente dell’Unione degli istriani Massimiliano Lacota dice: «Ci sono diverse ipotesi sui nomi, servirà una convergenza totale. Il problema è che la carica di presidente non è retribuita: serve quindi un pensionato che abbia le competenze necessarie». Lacota è preoccupato per la tenuta dell’ente: «Sento voci di un buco da 100 o 150mila euro nel bilancio, anche perché degli ex dipendenti sono in causa con l’Istituto. Spero che in assemblea i miei timori non vengano confermati, ma temo che lo saranno. La gestione uscente ha dimostrato un’incapacità assoluta».

Le Comunità istriane Il presidente delle Comunità istriane Manuele Braico dice: «Secondo me la candidatura dovrà essere unitaria e condivisa. Ma il nome che esprimeremo dovrebbe essere accettabile anche per Comune e Regione, che hanno sempre sostenuto l’Irci. Questo perché il museo dovrà essere qualcosa di vivo, espressione della nostra cultura nel suo insieme e non solo delle nostre tragedie. Dobbiamo presentarci uniti, senza nessun primo della classe che si alza in piedi e sbraita».

L’Anvgd Il presidente dell’Anvgd, Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Renzo Codarin commenta: «Proporremo un nome assieme che sia buono per noi e accettabile per tutti i soci. Penso che l’assemblea si terrà nelle prossime settimane, nel frattempo la presidente uscente avrà modo di inaugurare il museo, che in ogni caso andrà arricchito dal prossimo dirigente».

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