Masè, sardoni al posto del cotto caldo
Un altro pezzo storico del commercio triestino ha spento le sue luci è abbassato le serrande. La salumeria Masè di via Gallina, la più antica rivendita del suo genere, non c' è più. Aperta in piazza Goldoni, allora via della Legna, nel 1874, ha poi trovato sede in quella piccola viuzza che porta in piazza San GIovanni nel 1910. Fondata da Angelo Alfonso Masè arrivato a Trieste dal Val Rendena, ha servito salumi e formaggi oltre a specialità gastronomiche per 140 anni. Ora quel foro commerciale è stato acquistato dalla famiglia Grassilli, già leader delle pescherie triestine. «Abbiamo fatto un ottimo affare, - spiega Paolo Grassilli - ora la trasformazione di quegli spazi in una pescheria richiede un ulteriore investimento economico importante che ci riserviamo di fare molto più avanti, forse tra due anni».
Dal cotto ai sardoni, dunque, dal liptauer ai branzini. Quella di via Gallina, assieme alle salumerie BM di via Roma e Sartori di via Cavana, fa parte delle rivendite al dettaglio di prosciutti e formaggi più antiche della città. Tra l'altro quel negozio gestito fino allo scorso sabato dai fratelli Maria Elisabetta e Enrico Masè, a due passi da piazza San Giovanni, è il primo negozio a marchio Masè aperto a Trieste. «Ma noi non c'entriamo con il gruppo Masè che ha subito il fallimento - spiega Elisabetta Masè - facciamo parte della stessa famiglia ma non ci siamo mai dedicati alla produzione dei salumi». Quei banchi traboccanti di insalata russa, baccalà mantecato, mozzarelle, salmone, forme di formaggio hanno fatto venire l'acquolina in bocca a generazioni di triestini.
«Ma il mercato è cambiato, - osserva Masè - come pure le abitudini e le possibilità economiche degli acquirenti, e questo nell'andamento del negozio ha sicuramente inciso». I fratelli Masè, pur avendo venduto l'immobile che ospitava la salumeria, hanno mantenuto la proprietà della licenza. E probabilmente entro fine anno, mirano ad aprire in un' altra zona della città, un'altra salumeria più piccola. «Dopo che se ne è andato il nostro inseparabile dipendente Marino, - riferiscono i fratelli - per 34 anni al lavoro accanto a noi, per noi due era diventato difficile gestire da soli la salumeria che comunque è grande e impegnativa. Assumere dipendenti nuovi oggi è impensabile, - continuano - negli anni Settanta ne avevamo 12, e visto anche il calo di lavoro, nel momento in cui ci è stata avanzata questa buona offerta per l'acquisto dell'immobile, abbiamo accettato e deciso di lasciare». Ma il loro non è un addio, «ringraziando i nostri clienti abbiamo preferito dire arrivederci - avverte Elisabetta Masè - visto che la nostra professionalità la ritroveranno in un altro negozio». Ma come sono cambiate, negli anni, le abitudini dei triestini e quanto questo ha inciso sull'andamento di negozi come quello dei fratelli Masè? «I ritmi di vita sono cambiati e chi fa la spesa viene attratto, anche per praticità, dai supermercati che garantiscono orari molti più flessibili e possono offrire sconti importanti. Non ci sono dubbi che da noi è sempre stata garantita l'alta qualità, l'eccellenza e la professionalità. Il prosciutto crudo tagliato a mano sottile sottile come si trovava da noi - constata - difficilmente si trova in un supermercato». La speranza dei Masè, era quella che via Gallina, negli anni, diventasse pedonale. «Quello - spiegano - avrebbe dato sicuramente un impulso diverso al commercio della zona».
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