L’ombra di Mosca sul caso Macedonia, diplomatici russi espulsi da Atene
BELGRADO Un accordo storico, che però non piace ai nazionalisti su entrambi i fronti. E che sta facendo ora litigare due Paesi tradizionalmente amici e vicini, Russia e Grecia. Continua a creare tensioni e a dividere l’intesa raggiunta tra Atene e Skopje sul nuovo nome “Macedonia del Nord”, che permetterà all’ex repubblica jugoslava di sbloccare il percorso d’integrazione euro-atlantica. Intesa che, tuttavia, Mosca avrebbe tentato di far saltare. Con losche operazioni.
A confermarlo sono le rivelazioni della stampa ellenica, in testa il quotidiano Kathimerini, che ha informato che «il governo greco ha deciso di espellere due diplomatici russi e di impedire l’ingresso nel Paese ad altri due». Decisione, ha aggiunto Kathimerini, che è stata presa da Atene per ragioni assai serie. I quattro diplomatici russi infatti avrebbero lavorato dietro le quinte per «intromettersi negli affari interni» della Grecia, compiendo anche «atti illegali», come quello di reperire informazioni riservate e minacciando «la sicurezza nazionale», tentando di «corrompere», senza riuscirci, funzionari dello Stato. Secondo informazioni trapelate ieri, Mosca avrebbe ricevuto tempo fino a oggi per richiamare in patria le due feluche.
I fini dei russi? Quello di espandere l’influenza di Mosca in Grecia, attraverso «donazioni» di denaro e conquistando i favori dei monaci del Monte Athos, influenti nei circoli nazionalistici ellenici. Ma l’obiettivo più destabilizzante sarebbe stato quello di fare di tutto per minare il raggiungimento di un accordo di pacificazione con la Macedonia, passo obbligato per Skopje per rilanciare la corsa verso l’Ue e anche l’adesione alla Nato, prospettiva invisa a Mosca.
Ma l’entrata di Skopje sembra ormai imminente. Ieri infatti Skopje ha firmato l’invito ufficiale ai negoziati d’adesione alla Nato. È questa la prospettiva che i diplomatici russi avrebbero tentato di evitare, «organizzando» o finanziando «proteste» in Grecia contro l’intesa sul nome, ha rivelato il Kathimerini. Si tratta di «comportamenti che non possiamo tollerare e che violano il diritto internazionale e che non mostrano rispetto» alla Grecia, ha detto il portavoce del governo, Dimitris Tzanakopoulos.
«Si tratta di uno sviluppo altamente significante», il commento via Twitter del balcanologo James Ker-Lindsay, in particolare tenuto conto «degli stretti rapporti tra Atene e Mosca». Che tanto stretti rischiano di non esser più, soprattutto dopo che la Russia – che ha negato ogni azione di sabotaggio - ha suggerito ritorsioni a livello diplomatico contro la Grecia. E ha ribadito ieri che l’entrata della Macedonia nella Nato è solo un pericoloso «strumento per la conquista di spazio geopolitico» nei Balcani. —
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