L’Harry’s conquista una stella Michelin. Trieste nell’olimpo delle città gourmet
TRIESTE Trieste non finisce di sorprendere, e sembra vivere un periodo davvero fortunato su molti fronti. Da ieri, è finalmente entrata anche nell’olimpo della cucina gourmet grazie all’Harry’s Piccolo di Trieste che ha guadagnato la sua prima stella Michelin.
A proposito di stelle, solo una congiunzione astrale fortunata? Non proprio, perché la stella Michelin, che certamente rappresenta il riconoscimento più ambito e prestigioso in questo settore, arriva dopo i due cappelli della Guida Espresso e dopo gli 83 punti e due forchette del Gambero rosso. Questi riconoscimenti arrivano a Trieste, che mai prima d’ora li ha ricevuti, all’Harry’s della famiglia Benvenuti, a soli sette mesi dall’apertura del ristorante in piazza Unità. Dietro la gloria, un lavoro importante, un investimento oneroso, una grande e affiatata squadra, un progetto imprenditoriale, passione, creatività, ricerca: la ricetta di un successo che, dunque, non arriva per caso. A ritirare il premio, Alessandro Buffa, triestino, 30 anni, lo chef residente.
Che si tratti di un riconoscimento a tutto lo staff, lo sottolinea proprio chi, per primo, ha creduto nel progetto, il proprietario dell’Harry’s Alex Benvenuti il quale, del resto, crede davvero nelle potenzialità di accoglienza e di ricettività turistica di Trieste. «Finora nessuno ha creduto che Trieste potesse proporre una ristorazione di questo livello – sottolinea Benvenuti al ritorno da Parma dove ieri è stato consegnato il riconoscimento –. Qui vige ancora una cultura della ristorazione tradizionale, ma gestire un ristorante stellato è un’esperienza completamente diversa, dove la differenza è l’eccellenza, a tutti i livelli. In cucina da noi lavorano dieci persone e questo ci consente di mantenere la qualità nel servizio e nella proposta gastronomica».
Il capoluogo giuliano fino a ieri in regione non era censito dalla prestigiosa guida che, invece, aveva gratificato “Agli Amici di Godia”, Al Cacciatore della Subida di Cormons, L’Argine di Vencò, La Primula di San Quirino, la Taverna di Colloredo di Monte Albano, Al Ferarut di Rivignano, l’osteria Altran di Cortona di Ruda e Laite di Sappada, tutti confermati.
Il plauso all’Harry’s arriva anche dal presidente della Fipe triestina Bruno Vesnaver. «Finalmente una stella Michelin a Trieste – ha dichiarato –. È un riconoscimento che va di pari passo con lo sviluppo della città, frutto di fatica e importanti investimenti, che attesta pure come il comparto dei pubblici esercizi a Trieste stia crescendo, non solo dal punto di vista numerico ma anche qualitativo. Il prestigioso risultato raggiunto, tra l’altro in tempi da record, regala lustro all’intero territorio».
Punte di diamante della squadra dell’Harry’s sono i tre chef che si occupano dell’offerta gastronomica, della selezione delle materie prime, dell’organizzazione della brigata. Il leader è senz’altro Matteo Metullio, che si ripete a Trieste dopo l’esperienza della doppia stella a La Siriola di San Cassiano e parla di «una soddisfazione enorme, un’emozione sentita poche volte nella mia vita, una di queste è stata quando ho sentito per la prima volta il battito del cuore di mio figlio». Inseparabili compagni di viaggio e pure amici, dopo aver condiviso un emozionante percorso gastronomico, sono Davide De Pra, classe 1985 che unisce alla passione della cucina quella dello sci, e il triestino come lui Alessandro Buffa.
Le Guida Michelin, nata negli anni ’50 per indicare ai viaggiatori dove valeva la pena fare un’esperienza gastronomica, calibra molto attentamente la concessione del premio. Il massimo, tre stelle, vale la decisione del viaggio, due la deviazione, una la sosta. —
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