Irci, spuntano i candidati per il dopo-Vigini

Circolano i nomi di Emilio Felluga, Silvio Delbello e l’ex assessore Franco Degrassi
Il palazzo di via Torino che ospita la sede dell'Irci
Il palazzo di via Torino che ospita la sede dell'Irci

«Non lo so. Me lo dice lei». Fabrizio Somma, presidente dell’Università Popolare di Trieste, prova a negare, ma senza troppa convinzione. Poi cede. «Vabbè, abbiamo avuto un incontro da Torrenti, perché è il nostro assessore di riferimento. Era semplicemente per capire quale sarà l’attività scientifica del 2015 da parte dell’Istituto della cultura istriana. Era un incontro che ci eravamo dati tempo fa». Un incontro a tre che avrebbe dovuto restare segreto, ma che qualcuno ha tenuto a pubblicizzare. Mercoledì pomeriggio, nell’ufficio dell’assessore regionale Gianni Torrenti, si sono incontrati Somma e Chiara Vigini, presidente dell’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata (Irci).

Uno strano summit visto che la Regione non è neppure socio dell’Irci ma solo un finanziatore e visto che l’Università Popolare ha rapporti con l’Irci solo per il mantenimento delle tombe in Istria (sulla quale, tra l’altro, c’è in corso un’inchiesta della Guardia di Finanza). Il terreno comune è la questione degli esuli sporcata dallo scandalo che ha coinvolto il tesoriere Stefano Nedoh tra assegni spariti e magazzini acquistati per conto terzi. Oltre che la ”attività scientifica per il 2015”. Non si è parlato del futuro dell’Istituto di via Torino e neppure del fatto che la Regione, secondo voci accreditate, vorrebbe l’Irci nell’orbita dell’Università Popolare.

Ma su cos’era l’incontro? «Era un incontro sull’Irci... Diciamo sullo scambio di informazioni anche alla luce delle nuove dinamiche dell’Irci anche in vista della nuova presentazione del museo (il Civico museo della civiltà istriana fiumana e dalmata, ndr). Ovvero come si collaborerà nel 2015. Un semplice scambio di informazioni» racconta in modo frammentario Somma. Quindi l’Università Popolare di Trieste avrà un ruolo nel museo che ancora non c’è? «Avrà un ruolo di socio nell’assemblea dell’Irci di cui attualmente fa parte. Mi sembra che siamo uno dei soci fondatori. Ma non sono sicuro. Stiamo parlando della notte dei tempi», aggiunge il presidente dell’Università Popolare.

Resta un mistero perché l’assessore convochi uno solo dei soci (magari pur fondatore) per parlare dell’attività scientifica e del museo dell’Irci. I conti non tornano. Neppure sommando i vari indizi. L’addizione istriana non convince. Non si sarà parlato di un cambio al vertice dell’Irci? «No, assolutamente. Non sarebbe stato il caso», aggiunge Somma. In effetti, con la Vigini presente, non sarebbe stato elegante. «Non sarà certamente l’Università Popolare a decidere il nuovo presidente dell’Irci qualora dovesse essere oggetto di scelta», butta lì Somma prima di affermare: «Per noi la presidente è e rimane Chiara Vigini».

Fino a prova contraria e fino alla prossima assemblea che non ha ancora una data. La presentazione di una mozione di sfiducia (dopo le ultime vicende tra cui l’assegno scomparso scoperto 17 mesi dopo) appare scontata. E circolano già alcuni nomi come possibili successori della Vigini all’Irci: Emilio Felluga, sino al 2012 presidente regionale del Coni: Silvio Delbello, l’ex presidente dell’Università Popolare scalzato da Somma nello spoil system messo in atto dalla Regione di Debora Serracchiani e Torrenti; Franco Degrassi, ex assessore alle finanze della giunta Illy.

Tra Irci e Università Popolare i legami, nonostante i distinguo di Somma, sono molto forti a partire dalla manutenzione delle tombe in istria. Una partita da 45mila euro all’anno provenienti dal ministero degli Esteri che l’Università Popolare provvede a girare all’Irci con qualche problema contabile sul quale sta indagando la Procura dopo l’esposto dei revisori dei conti (si parla di una fattura da 8mila euro emessa per errore dal tesoriere dell’Irci Stefano Nedoh).

«La questione delle tombe non c’entra nulla con la vicenda Nedoh», spiega Somma che non vuole entrare nel merito dell’inchiesta. «Nedoh l’abbiamo conosciuto in occasione di un incontro tra revisori .- spiega il presidente dell’Università Popolare -. Lui in qualità di tesoriere dell’Irci ha partecipato qualche mese fa a un incontro con il nostro collegio. Con l’Università Popolare non ha avuto nessun tipo di incarico e nessun rapporto». E il resto? «Non so dirle. Spero che la cosa si risolva al più presto, perchè l’Irci è un istituto importante per la città e per il compito che da sempre ha a tutela della memoria storica - conclude Somma -. Non conosco i fatti. Leggo solo quello che scrive il giornale». Come dell’incontro a tre in Regione con Torrenti e Vigini.

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