“Immaginario” nell’ex Pescheria: «Il Comune scelga entro ottobre»
«La mia pescheria di lunedì è chiusa. Non c’è pesce fresco». Roberto Cosolini se la cava all’inizio con una battuta. «Non ho nessun commento da fare. Non ho nulla da dire. Parlatene con l’assessore alla Cultura...» taglia corto il sindaco sulla destinazione futura dell’ex Pescheria. «Vedo tanta gente che quando si tratta di parlare, parla. Ma quando si tratta di costruire proposte...». Le “nuove trame”, dopo quelle estive dell’Immaginario scientifico, non lo appassionano. E non ha gradito neppure la lettera inviatagli dal Curatorio del Museo Revoltella con la richiesta di un ripensamento sulla “scienza” «prima che la situazione sia irreparabilmente pregiudicata». «Restando fedeli all’etimologia delle parole, il curatorio dovrebbe curarsi del Revoltella come pure la direttrice», aggiunge. Poi però ci ripensa e apre al dibattito sulla destinazione dell’edifico di Giorgio Polli riaperto dall’installazione di Jannis Kounellis. «Ci sono opinioni importanti a favore dell’arte contempoaranea, ma c’è stato grande entusiamo anche quando è stato annunciato l’ingresso della scienza», premette Cosolini. Il suo pensiero non sembre per ora cambiato, neppure dopo il trionfo dell’arte povera. «L’entusiasmo determinato da Kounellis non può che rendere felice chi come me ha lavorato per un anno e mezzo per farlo venire qua - dice il sindaco -. Non tutta l’arte contemporanea consente installazioni come questa che sembra fatta apposta per la Pescheria, e la Pescheria fatta apposta per essa. La più riuscita da quando esiste la Pescheria come spazio espositivo». Quasi una sfortuna che si sposi così bene, visto che ha riaperto il dibattito su arte o scienza. «Credo che a Trieste serva uno spazio per l’arte contemporanea, ma ce ne vuole anche uno per la scienza. Le motivazioni dello Science Center da realizzare all’ex Pescheria non sono venute meno».
Il discorso quindi è aperto? «I lavori per il museo della scienza non sono ancora partiti», dice sibillino il sindaco evitando di accreditare un qualsiasi suo ripensamento.
«Non mi appassiona questo dibattito» dice, invece, Fabio Carniello, il direttore dell’Immaginario scientifico. «Ognuno ha la sua opinione. Mi sembra una discussione abbastanza inutile. Io leggo e attendo. Voglio avere una risposta in tempi veloci. Se a breve non c’è una risposta restituisco i soldi al ministero, sperando che possano essere utilizzati da qualche progetto realizzabile. Il mio unico cruccio è impegnare delle risorse che vengono sottratte ad altri. Ci sono così poche risorse in queste Paese per le istituzioni scientifiche che bloccarle è un vero delitto». Il problema è che il finanziamento chiesto (800 mila euro) e ottenuto (400 mila) dal ministero è vincolato all’ex Pescheria. Non c’è ancora il progetto esecutivo sulla ristrutturazione degli spazi interni del Salone degli incanti, ma i 400mila euro sono stati dati per il trasferimento al Salone degli Incanti dell’Immaginario scientifico che ora ha sede a Grignano. «Il problema dei soldi è che se io non li utilizzo li faccio perdere a qualcun altro che magari ha un progetto realizzabile - aggiunge Carniello -. Il Comune mi deve dare una risposta entro ottobre, altrimenti restituisco il finanzimento ottenuto. Per Trieste sarà l’ennesima brutta figura. Mi secca, dopo anni che se ne parla, aver chiesto dei soldi per una cosa che non viene fatta».
Non ci sono alternative? «Immaginare cose non costa niente. Immaginare che qualcun altro paghi costa ancora meno. Ma con le fantasie spesso non si fa nulla e non si risolvano i problemi. Chi deve decidere decida». La scelta della Pescheria non è stata una scelta dell’Immaginario scientifico. È un ipotesi lanciata dal sindaco nell’ottobre 2011. «Voglio sapere prima possibile le intenzioni del Comune per fermare i soldi oppure comunicare la rinuncia al finanziamento entro ottobre».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo