«Il museo dell’esodo non sarà toccato»

Le rassicurazioni della presidente della Provincia Bassa Poropat
L'ex campo profughi di Padriciano
L'ex campo profughi di Padriciano

«C’è poi la zona dell’ex campo profughi di Padriciano che vogliamo valorizzare come abbiamo fatto con il Parco di San Giovanni». Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia di Trieste, l’aveva promesso nel 2010 in campagna elettorale quando non era ancora stato deciso lo scioglimento delle Province. L’ex campo profughi era passato dal Demanio dello Stato alla Provincia di Trieste a fine 2009 assieme all’Istituto Nautico in cambio di alcune caserme dei carabinieri sparse in provincia. L’area di Padriciano nell’atto di permuta fu valutata 10 milioni di euro (7 milioni il valore d’inventario).

Il progetto di valorizzazione non vedrà la luce prima della fine della Provincia, ma potrebbe essere abbozzato. L’obiettivo è di arrivare alla convenzione con la Cassa depositi e prestiti. «Abbiamo ottenuto la proprietà dell’area un anno fa, ma alcune indicazioni progettuali sono già state delineate» spiega la presidente che vuole rassicurare il mondo degli esuli.

Il Museo di carattere nazionale Crp di Padriciano (Centro raccolta profughi), nato nel 2004 su iniziativa dell’Unione degli istriani, non si tocca. È un luogo della memoria che ha ottenuto 300mila euro in tre anni da parte del ministero degli Esteri italiani per la costituzione del museo. «Il piano regolatore tutela l’area espositiva e museale e impedisce ogni forma di speculazione. Mettendo in vendita Padriciano non mettiamo in vendita il museo. Su questo vanno rassicurati tutti. La Provincia ha tra l’altro partecipato al bando con il ministero degli esteri assieme alle associazioni degli esuli per la ristrutturazione del museo».

All'asta l’ex Campo profughi di Padriciano
L'area che ospitò migliaia di esuli dell'Istria e della Dalmazia (foto Lasorte)

È anche vero che il Museo Crp di Padriciano occupa una piccola parte degli 8 ettari dell’ex campo profughi (58mila metri quadrati per un totale di 9 edifici principali e 5 secondari). «Il nostro interesse è quello di valorizzare questi luoghi della memoria, attraverso magari un turismo storico e culturale che caratterizza il nostro territorio» spiega Bassa Poropat.

L’ex campo profughi di Padriciano può diventare una tappa di altri luoghi della memoria come il museo della civiltà istriani di via dell’Istria, il Magazzino 18 del Porto Vecchio, la Foiba di Basovizza e la Risiera di San Sabba. «I 14 edifici presenti nell’area possono trovare varie destinazioni. Non vedrei male come ha detto l’assessore De Francesco un ostello per gli studenti - spiega Bassa Poropat -. L’area di Padriciano ha sicuramente una valenza strategica vista la sua collocazione. Non abbiamo nessun interesse a svenderlo. C’è la richiesta di una foresteria per l’Area della ricerca, ma anche di stutture di servizio per la comunità locale, come un asilo e un centro diurno. Un piano è stato sviluppato dal Gal. Speriamo di fare l’accordo con la Cassa depositi e prestiti. In ogni caso saranno coinvolte le associazioni degli esuli».

Non sarà un'impresa facile. «Per la ristrutturazione e valorizzazione di tutti gli immobili servono almeno 20 milioni di euro. Una cosa improponibile per una pubblica amministrazione. Bisogna trovare fondi europei e serve una sinergia forte con i privati. È un peccato lasciare un’area così bella in quello stato di degrado» aggiunge la presidente. E gli esuli: «Sono tranquillo fino a prova contraria - esordisce Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli istriani -. Abbiamo una convenzione con la Provincia garantita dal ministero. Esiste poi un vincolo nel Prg per il museo. Una valorizzazione turistica dell’area può tornare utile al nostro museo che sta per ottenere un riconoscimento nazionale».

Il museo Crp di Padriciano è l'unico allestimento espositivo in Italia, ed è situato in un'area esclusiva che conserva inalterata la sua struttura originaria dopo la dismissione nella metà degli anni '70. Realizzato inizialmente quale mostra permanente nel 2004 dall'Unione degli Istriani a cura di Piero Delbello, il museo è oggi una delle strutture più visitate di Trieste: 21mila visitatori solo nel 2014 anno in cui ha funzionato a mezzo servizi a causa dei lavori dei restauro.

«Trieste può diventare un luogo unico per la memoria dell’esodo con Padriciano, il Magazzino 18, il museo della Civiltà istriana - spiega Lacota -. Non c’è altro in tutto il mondo di questo tipo. A parte Halifax, in Canada, il museo canadese dell’emigrazione»
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