Icmp in liquidazione, buio sul futuro del Polo museale

“Affondato” l’Istituto di cultura marittimo portuale, è un mistero la sorte della Centrale idrodinamica il cui restauro è costato 12 milioni di euro
L'inaugurazione della Centrale idrodinamica in Porto Vecchio
L'inaugurazione della Centrale idrodinamica in Porto Vecchio

Una fondazione affondata dopo solo 5 anni di vita. Un record. L’Istituto di cultura marittimo portuale di Trieste (Icmp), fortissimamente voluto dalla presidente del Porto Marina Monassi, è in liquidazione dal primo novembre. I 5 dipendenti (due a tempo indeterminato e tre a termine) non conoscono il loro destino. L’Icmp era stato costituito come fondazione nel settembre 2009 con lo scopo di «valorizzare i beni culturali nella disponibilità dell’Autorità portuale di Trieste e consentirne la pubblica fruizione», «svolgere iniziative di formazione professionale nel settore marittimo-portuale» e «musealizzare il sommergibile "Fecia di Cossato" della classe "Nazario Sauro"».

In liquidazione l’Istituto di cultura marittima
Lasorte Trieste 18/06/12 - Porto Vecchio, Centrale Idrodinamica

E mentre il sommergibile è rimasto “sommerso”, sono state riportate a galla la Centrale idrodinamica (dove si sono svolti già diverse mostre e convegni) e la Sottostazione elettrica di riconversione (aperta solo per le due giornate di primavera del Fai). Un recupero costato la bellezza di 12 milioni di euro di fondi pubblici (Regione Friuli Venezia Giulia, ministero Beni culturali, Autorità portuale e Fondi europei). Che fine faranno le due istituzioni museali del porto fresche di restauro? Nessuno lo sa. Alla centrale idrodinamica qualche attività espositiva (recentemente è stata usata in occasione della fiera TriestEspresso Expo) è prevista fino a fine dicembre. Poi il buio totale. Nulla si sa neppure della bretella di accesso da viale Miramare per la quale l’Authority aveva chiesto l’anno scorso alla Prefettura l’ennesima proroga della sospensione del Punto Franco per la presenza del polo museale.

All’Icmp la Regione ha affidato nel 2012 anche un contributo da 110mila euro per realizzare un monumento a monsignor Antonio Santin sul Molo IV. La statua, assegnata nel novembre 2013 allo scultore trentino Bruno Lucchi, rischia ora di finire in liquidazione assieme all’Istituto. In realtà la parte burocratica (compresa l’autorizzazione della Soprintendenza dopo il taglio da 7 a 2,5 metri del basamento), sarebbe stata portata a termine. «Non sapevo nulla della liquidazione dell’Istituto. Non sento nessuno da settimane» racconta Lucchi che attende ancora il via libera per la fusione bronzea di monsignor Santin.

«Chiusura dell’Icmp, Roma intervenga»
Placeholder

Dall’Istituto è impossibile avere notizie. Il telefono suona a vuoto. La responsabile della segreteria, Lara Tironi, non risponde al telefonino, il direttore Antonella Caroli è irreperibile. Ha un contratto fino alla primavera prossima ma si occupa di treni storici e jazz. L’ultimo presidente, Roberto Magris, responsabile del settore personale dell’Authority, ha già seppellito l’esperienza nel suo curriculum (presidente della fondazione Icmp da luglio a ottobre 2014). «Sono stato chiamato come traghettatore verso la liquidazione. Era questo il mio compito», spiega il successore per 4 mesi di Alfonso Maria Rossi Brigante, ex magistrato romano della Corte dei conti. Dal primo novembre tutto è nelle mani di Alessandro Merlo, dottore commercialista (studio in via Roma), che dovrà liquidare la fondazione. «Sta ancora studiando le carte» spiega una segretaria. Ma c’è chi, a “cadavere ancora caldo”, si è gia fatto avanti. «L'associazione Italia Nostra, avendo avuto notizia dalla stampa della liquidazione dell'Icmp, avendo seguito l'intero iter fondativo del Polo museale del porto di Trieste e avendo continuativamente sostenuto con i volontari l'apertura della Centrale idrodinamica ha dichiarato ufficialmente la disponibilità a supportare il Polo museale insieme ai soggetti interessati e all'Autorità portuale» spiega il presidente, Marcello Perna. Con un’avvertenza: «Sono da tenere presenti i vincoli che bisogna rispettare, pena la restituzione dei fondi». Dodici milioni di euro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo