Gorizia, il tesoro delle Orsoline confluirà nelle collezioni dei Musei provinciali

Il restauro ad hoc per le mostre dell’Erpac 
Adriano Macchitella al lavoro su una delle carte più grandi delle Orsoline usate per realizzare ricami e oggetti preziosi. Foto Bumbaca
Adriano Macchitella al lavoro su una delle carte più grandi delle Orsoline usate per realizzare ricami e oggetti preziosi. Foto Bumbaca

GORIZIA La bellezza e raffinatezza delle arti applicate del ricamo e del pizzo che le madri Orsoline di Gorizia praticavano e insegnavano alle fanciulle della città e del contado riemergono dagli oltre 450 disegni su carta acquisiti dall’Erpac per confluire nelle collezioni dei Musei provinciali goriziani. Raffinati motivi floreali, soggetti sacri ma anche temi mitologici e storici saranno ordinati e restaurati dal Centro studi e restauro di via Rabatta. «Dopo la pulitura verranno catalogati e studiati per essere inseriti nelle esposizioni che verranno organizzate», spiega Raffaella Sgubin direttrice del Servizio Musei e Archivi Storici dell’Erpac.

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È un patrimonio che, grazie alla cura nella conservazione delle monache, ha attraversato i secoli, dal ’700 fino alla prima metà del ’900. I modelli disegnati su carte di tipologie diverse, dalle più antiche fatte a mano alle più recenti in carta velina, ripropongono moduli di ghirlande fiorite di piccolissime dimensioni, destinate a essere riprodotte con la tecnica dello spolvero su tele anche di grandi dimensioni. Il disegno, tracciato a matita o penna, veniva bucherellato, spolverato con pigmenti direttamente sulla tela, cotone, lino o seta, a comporre motivi leggiadri e vari. In alcuni casi le carte riproducono soggetti religiosi di grandi dimensioni, come le Nozze di Cana, oppure scene di riferimento storico con protagonisti personaggi come la regina Cleopatra o ancora soggetti tratti dalla Bibbia come Giuditta e Oloferne. Temi misti che fanno supporre che la committenza dei preziosi pizzi e ricami non fosse solo religiosa ma anche laica. Corredi per case importanti, doti per matrimoni aristocratici e delle classi più abbienti.

Il tesoro delle Orsoline di Gorizia trasloca: ecco i duemila paramenti sacri
Bumbaca Gorizia 11_01_2021 Acquisizione mobili e paramenti sacri dalle Orsoline per il Museo provinciale © Foto Pierluigi Bumbaca


Sono tutte carte, dalle più grandi di 1,70 per 2,30 metri, alle più piccole di pochi centimetri, che sono state usate per realizzare ricami in fili di cotone, seta o materiali preziosi come oro e argento oppure per raffinati ricami. Prova dell’effettivo utilizzo, secondo la tecnica dello spolvero applicata anche nella realizzazione di affreschi, il ritrovamento di pigmenti. «Da una prima ricognizione – spiega Adriano Macchitella, che assieme a Caterina Longo e Loredana Soranzio cura l’intervento – pare che i disegni siano in discreto, se non buono, stato di conservazione, salvo alcuni pezzi più deteriorati. Si procederà dunque alla spolveratura e pulitura a secco, riordino e inserimento in apposite cartelle. Ove necessario verranno eseguiti dei piccoli interventi di consolidamento, nel caso, ad esempio l’inchiostro abbia perforato la carta. Se sgualciti e mal piegati saranno sottoposti a un procedimento di spianamento».

Questo delicato lavoro è solo uno dei tanti realizzati nel centro di via Rabatta, specializzato del restauro di materiali cartacei. Nell’anno appena trascorso, infatti, nel laboratorio unico in regione e fra i pochi in Italia sono stati per esempio restaurati volumi antichi, stampe, erbolari, incunaboli e cinquecentine in particolare della Biblioteca antica Pinali dell’Università di Padova, dell’Arcidiocesi di Gorizia. —




 

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