Gli storici barattoli “Veneziani” in arrivo al Museo sveviano

La società erede della ditta di vernici dona al Comune una serie di materiali d’epoca dell’impresa di famiglia in cui lavorò, a Londra, lo scrittore triestino

TRIESTE «Ebbimo poi delle inavvertenze derivanti dall’abitudine di lavorare con gente pratica. Insegnammo ad un inglese di battere i barili e mezz’ora dopo riempiti colavano tutti. Ora che ti scrivo sono stanco morto e sporco come non lo sono mai stato né a Trieste né a Venezia». Ettore Schmitz, alias Italo Svevo, scrive da Londra alla moglie Livia Veneziani il 25 novembre 1903. Svevo si sposa nel 1895 con la cugina figlia di Gioachino ed Olga e nel 1898 inizia a lavorare nella ditta di vernici dei suoceri e a viaggiare come uomo d’affari in tutta Europa. A partire dal 1901, lo scrittore si occupa dell’apertura di una nuova fabbrica di vernici a Londra, dove la ditta Veneziani ha un’importante commissione dalla Marina imperiale britannica.

E ora dalla “premiata ditta” Veneziani arrivano in dono al Museo Svevo del Comune di Trieste 20 barattoli di vernice in metallo, 14 quadri con cornice e una pietra litografica per il valore di 600 euro. A fare il gradito dono del materiale storico, accettato dall’amministrazione comunale con apposita delibera del 21 novembre scorso, è Rodolfo Auletta, responsabile vendite per l’Italia della “Veneziani Yachting”, erede della “Fabbrica vernici e intonaci sottomarini Gioachino Veneziani”.

La Veneziani viene fondata a Trieste nel 1863 da Giuseppe Moravia, che ne affida la gestione a Gioachino Veneziani per la produzione e la commercializzazione della Vernice Moravia, prodotto sottomarino per le carene delle navi . «Il materiale donato - si sottolinea - ha un notevole valore storico e testimoniale poiché in parte relativo al periodo in cui nella ditta Veneziani prestava la sua opera lo scrittore Italo Svevo, sposato con la cugina Livia Veneziani, figlia di Gioachino Veneziani, proprietario della stessa ditta allora produttrice di una speciale vernice navale».

I 20 barattoli di vernice in metallo e i 14 quadri con cornice troveranno posto nel Civico museo sveviano attualmente in via Madonna del Mare e in seguito confluiranno nel Museo della letteratura che sorgerà a Palazzo Biserini, sede della Biblioteca civica Hortis. «Il materiale oggetto del dono - si fa presente - è particolarmente congruente con le collezioni del Museo sveviano, anche perché lo scrittore spesso fa riferimento ai lavori della ditta Veneziani nella corrispondenza privata conservata presso il museo e costituirebbe pertanto un’utile integrazione dell'esposizione». Non senza un tocco di erotismo. «Non vedo nessuno, non parlo con nessuno altro che operai, caldaie e macchine. Ieri ti tradii», scrive Svevo a Livia il 3 dicembre del 1903: «Toccai il culo al motore a gas. Ha un regolatore che quando lo si palpa il motore si mette a correre vertiginosamente come se avesse il solletico e ciò fa piacere. In mancanza di meglio faccio così». —


 

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