Donazione record al Museo del Mare di Trieste VIDEOINTERVISTA e FOTO

Gli spazi espositivi di Campo Marzio ancora più ricchi grazie alla collezione di oltre 500 volumi e rari modellini attinenti alla marineria regalata da una ex prof del Nautico
Lasorte Trieste 02/02/18 - Museo del Mare, Donazione
Lasorte Trieste 02/02/18 - Museo del Mare, Donazione

Una super donazione al Museo del Mare di Trieste

TRIESTE Il Museo del mare di Campo Marzio è da sempre in continua evoluzione. Nelle sue prime fasi ha svolto la funzione di “casa” della pesca, poi è andato piano piano evolvendosi, trasformandosi in tempio della marineria, capace di raccontare la storia della Trieste sul mare man mano che acquisiva nel tempo nuove collezioni, fra cui l’archivio storico del Lloyd autriaco e poi triestino. Oggi, mentre attende di trasferirsi nel Porto vecchio, è un po’ come se straripasse. Già prima non aveva abbastanza spazio per esporre tutti i suoi reperti, in parte ancora accumulati nel magazzino, privati dalla possibilità di essere fruiti dal pubblico. Figuriamoci adesso. Questo museo, infatti, oltre a rappresentare di per sé un reperto - venne eretto immediatamente dopo la proclamazione del Porto franco da parte di Carlo VI (1719) per creare il lazzaretto di Trieste - va arricchendosi sempre più.

Lasorte Trieste 02/02/18 - Museo del Mare, Donazione
Lasorte Trieste 02/02/18 - Museo del Mare, Donazione


L’ultima grande donazione è rappresentata da più di 500 volumi di storia marittima e militare, impreziositi da strumenti marittimi, fra cui un orologio in ottone da nave vecchio più di un secolo, e ancora modellini di navi e soldatini in piombo attinenti sempre alla marineria. Non è dato sapere a quanto possa ammontare il valore, ancorché culturale, della recente donazione, ma è almeno possibile risalire alla donatrice. Si chiama Patrizia Torelli, è un ex insegnante del Nautico, e ha deciso di regalare al museo la collezione del suo compagno, lo studioso e alpinista Gianfranco Ziri, scomparso due anni fa all’età di 73 anni. Una cerimonia in sordina, lontano dai media, ristretta ad amici e parenti. «Il mio compagno aveva fatto il servizio militare all’accademia navale di Livorno, e poi era andato a lavorare al Lloyd triestino. Appassionato di storia della guerra e del mare, dopo la pensione si laureò in Storia contemporanea a Trieste. Per tutta la vita ha raccolto una quantità di volumi inerenti alla marineria». Da qui l’idea di ridare un senso ai 500 volumi rimasti “orfani” di padre.



Ed è proprio anche grazie a collezioni private come queste che il Museo del mare ha acquisito nei secoli valore, testimone esso stesso di una città radicalmente cambiata nel tempo.

A illustrarne storia e prospettive future il conservatore Enrico Mazzoli: «Nasce come museo per la scuola della Piscicultura, fondata ai tempi dell’Austria alla fine dell’Ottocento, si sviluppa come museo prima della pesca e poi del mare e nel tempo, proprio acquisendo diverse collezioni da parte dell’istituto Nautico, di privati, di ditte che hanno lasciato qui i loro importanti reperti, è diventato di fatto un museo della marineria, che racconta la storia sia della navigazione in senso lato sia della Trieste sul mare».

Lasorte Trieste 02/02/18 - Museo del Mare, Donazione
Lasorte Trieste 02/02/18 - Museo del Mare, Donazione


Tra le ultimi acquisizioni, gli strumenti tecnico scientifici dell’ex Istituto sperimentale talassografico, che vanno ad arricchire la sala degli strumenti nautici. Qui possiamo trovare il dromoscopio, che serviva ad effettuare correzioni alla rotta dovute alla declinazione magnetica; il solcometro, con cui si misurava la velocità della nave; i sestanti, che servivano a calcolare la latitudine e naturalmente le bussole. Vi è poi la sala dedicata a Giuseppe Ressel (1793-1857), il tecnico navale di adozione triestina dal cui genio nacque l’elica: un’invenzione destinata a cambiare per sempre la navigazione. Fino al 24 giugno resta poi allestita la mostra “In viaggio con Thalia 1907-1967. Dalla nave bianca de Llyod alla Principessa del mare”, che permette di viaggiare, metaforicamente, a bordo della prima nave bianca concepita come albergo di lusso galleggiante. Una testimonianza di quel cambiamento epocale, avvenuto nella Trieste di 110 anni fa, che diede impulso alla crocieristica. E sebbene nel 2017 il museo abbia aumentato del 7,7% i visitatori (9.048), restano ancora molte scommesse da fare. La speranza di Mazzoli sta nel «ragionare in prospettiva per dare al nuovo Museo del mare il richiamo internazionale che si merita, grazie alla sua capacità di attrarre non solo visitatori ma anche ricercatori da tutto il mondo».

Lasorte Trieste 02/02/18 - Museo del Mare, Donazione
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