Chi è Zeno D'Agostino, il manager di Verona che in 5 anni ha portato il porto di Trieste al primato italiano
TRIESTE. «Il futuro di Zeno D’Agostino? Tutta la vita a Trieste». A metà febbraio, con la pandemia alle porte, il ministro triestino dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (Cinque Stelle) si era sbilanciato con queste parole sul destino del presidente dell’Autorità portuale in scadenza a novembre. Un coro unanime di consenso per il manager veronese, arrivato a Trieste nel febbraio 2015 come commissario dell’Authority dopo il regno di Marina Monassi, su indicazione dei Comuni di Trieste (sindaco Roberto Cosolini) e di Muggia (sindaco Nerio Nesladek). Un outsider arrivato a Trieste dall’Interporto Quadrante Europa di Verona con un nome di battesimo uscito dalle pagine di Italo Svevo.
E così che D’Agostino diventa subito la “coscienza” del Porto di Trieste macinando primati su primati. Conquista sul campo la carica di presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Nord Orientale (il nome che nel corso del tempo ha assunto il Porto di Trieste). «C’è da augurarsi che continui a lavorare qui» sostiene l’ex governatrice Debora Serracchiani (Pd). «D’Agostino sta lavorando molto bene», aggiunge il governatore leghista Massimiliano Fedriga. «È una fortuna avere vicino una persona così. Spero si fermi qui», ripete il sindaco di centrodestra Roberto Dipiazza.
Tutti per Zeno, Zeno per tutti. Parlano i numeri. Nel 2019 il Porto di Trieste si è confermato primo scalo merci d’Italia con 62 milioni di tonnellate movimentate, l’aumento record per i container (+9%) e i treni a quota oltre 10 mila. «Il Porto franco è il vero petrolio di Trieste», ha affermato a fine gennaio strizzando l’occhio ai movimenti indipendentisti sull’applicazione completa dello status di Porto franco internazionale. La sua consacrazione è arrivata nel 2019 con la consegna del San Giusto d’oro a trecento anni dalla nascita del Porto Franco e la conseguente nomina a triestino dell'anno. Non male per uno nato a Verona (il 3 gennaio 1968). «A questa città devo più di quanto da essa ho ricevuto. Oggi ho la conferma di aver fatto qualcosa di vero. Sono a Trieste da cinque anni, che sono stati di affetto, di relazioni umane, fattori fondamentali per poter ottenere risultati. Posso dire di sentirmi, adesso, un figlio adottivo di Trieste», dichiara D’Agostino l’11 dicembre nella sala del Consiglio comunale.
La carriera di D’Agostino inizia con un lavoro ai Magazzini generali di Verona dove rimane per otto anni, tra il 1988 e il 1996. Poi riprende gli studi universitari a Padova, facoltà di Scienze politiche, indirizzo economico. Dopo la laurea comincia la carriera universitaria come docente a contratto con gli insegnamenti di Economia e gestione d'impresa e poi di Logistica. Parallelamente avvia anche un'attività di consulenza. Viene chiamato a Napoli e tra il 1999 e il 2003 e opera all'interno dell'Agenzia regionale della logistica. Tra il 2003 e il 2011 è amministratore delegato di Logica, il nome che ha assunto l'Agenzia regionale campana; e tra il 2009 e il 2011 è chiamato a coprire il ruolo di segretario generale dell'Autorità portuale di Napoli. Nel febbraio 2011 diventa direttore generale dell'Interporto di Bologna. E nel 2013 infine, dopo 17 anni di lontananza dalla città di Giulietta e Romeo, ritorna a Verona come dirigente della sezione Sviluppo dell'Interporto Quadrante Europa di Verona.
Dopo solo due anni D’Agostino sbarca al Porto di Trieste per raccogliere l’eredità complicata lasciata da Marina Monassi. Il 24 febbraio 2015 si insedia come commissario alla Torre del Lloyd. E ora, cinque anni dopo, un altro commissario potrebbe usurpare il suo posto di presidente.—
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