Barbie “eroina del presente” con il volto di Sara Gama

TRIESTE. C’era una volta una bambina, un frugoletto color cioccolato che faceva diventare matti anche i suoi amichetti maschi sfidandoli a calcio nei giardini ma che anche, poi, cullava una Barbie nella sua cameretta. Una bambina, papà congolese e mamma triestina, che a 7 anni, a imitazione di quegli stessi amichetti con cui giocava sotto casa, è stata tesserata per la prima volta con una squadra di calcio, lo Zaule, ad Aquilinia, e che oggi, che di anni ne ha 28, è capitana della Juventus e della Nazionale di calcio (quella Nazionale purtroppo sconfitta 2-0 ieri sera a Larnaca dalla Spagna nella finalissima per il primo posto nella prestigiosa Cyprus Cup) dopo aver giocato anche nel Paris Saint Germain e aver vinto lo scudetto italiano con il Brescia. Ma non solo: quella bambina di ieri, oggi è diventata lei stessa una Barbie.
Già, perché l’ultima collezione lanciata dalla Mattel si chiama “SHero” e - come recita l’annuncio diffuso non a caso alla vigilia dell’8 marzo - vuole rendere omaggio a modelli femminili dei nostri giorni che, ognuno nel proprio settore, sono di ispirazione per le future generazioni di ragazze: si chiamano OOAK, dall'inglese "One Of A Kind", proprio perché hanno le sembianze di alcune "eroine del presente", 17 in tutto, personaggi a livello mondiale. Sara Gama è l’unica italiana ma non l'unica sportiva cui Barbie si è ispirata.

Con la capitana della Nazionale italiana di calcio, anche la surfista turca Çagla Kubat, la pallavolista cinese Hui Ruoqi, la golfista messicana Lorena Ochoa e la pugile inglese Nicole Adams. Non solo sport però: perché questa nuova serie della Mattel propone Barbie ispirate, ad esempio, all’ambientalista australiana Bindi Irwin, alla chef francese Hélène Darroze, alla giornalista polacca Martyna Wojciechowska o alla ballerina Yuan Yuan Tan.

«Una grinta in grado di ispirare ogni bambina a perseguire sempre i propri sogni!» così la Mattel spiega la scelta di Sara Gama quale modello da offrire alle bambine di oggi.
«Essere un esempio per le nuove generazioni nell’abbattere le barriere della società di cui lo sport a volte è specchio - ha commentato Sara -: questo nuovo obiettivo mi spinge a dare sempre di più. Barbie accompagna da tempo l’infanzia delle bambine e mi piace che le ispiri a sperimentare i propri sogni attraverso il gioco».
La calciatrice triestina peraltro un esempio lo è già da tempo. Per le sue gesta sul campo, ma pure fuori dal campo. Con un pallone tra i piedi - dopo un settore giovanile vissuto tra lo Zaule ad Aquilinia (Gastone Turcino il dirigente che la tesserò, Stefano Michelutti il suo primo allenatore) e la Polisportiva San Marco al Villaggio del Pescatore - ha esordito giocando da difensore in serie A a 17 anni con il Tavagnacco militando nella massima serie anche con il Chiasiellis (squadra anch’essa della provincia di Udine) e quindi con il Brescia (dove ha vinto uno scudetto) prima di passare al Paris Saint Germain, dove però ha sofferto di qualche problema fisico di troppo, prima di tornare a Brescia e diventare, in questo campionato, leader di quella Juventus women che sta dominando il campionato.

Il tutto accompagnato da una già lunga carriera in Nazionale: dopo il torneo a Cipro, per le azzurre il prossimo obiettivo sono le qualificazioni al Mondiale del prossimo anno in Francia e sai che soddisfazione sarebbe riuscire laddove invece i colleghi maschi hanno clamorosamente fallito (il che, va subito detto, non è affatto impossibile visto che le azzurre sono al momento prime nel proprio girone di qualificazione)... E poi Sara sa essere un esempio pure quando esce dallo spogliatoio. Perché questa ragazza - che non ha mai dimenticato di essere “nata” sul campo dello Zaule dove un anno e mezzo fa, in una sua puntata triestina, ha voluto incontrare i bambini del vivaio - oltre ad aver saputo trovare il tempo per laurearsi in Lingue e Letterature straniere, è presidente della Commissione sviluppo calcio femminile e membro del Consiglio federale della Federcalcio. Insomma, un capitano in campo ma non solo, come sottolinea quella fascia al braccio sinistro della Barbie-Sara.
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