Altre 13 pietre d’inciampo posate nel cuore della città - Foto
Dopo le 16 installate lo scorso anno, secondo intervento dell’artista Demnig per ricordare le vittime della Shoah davanti a quelle che furono le loro case

Silvano Trieste 2019-01-29 Arco di Riccardo, deposizione nuove pietre d'inciampo
Trieste, "la Memoria deve servire a non ripetere gli errori della storia"
TRIESTE Tra rappresentanti delle istituzioni, comuni cittadini, giornalisti e fotografi erano diverse decine le persone che ieri si sono strette attorno alla Comunità ebraica per la posa delle nuove pietre d’inciampo, da parte di Gunter Demnig. L’idea dell’artista è semplice ma toccante: una piccola targa in ottone da apporre sulle soglie di quelle che furono le abitazioni delle vittime della Shoah.
Una targa che propone sinteticamente i dati biografici e il percorso di deportazione di ciascuno: un inciampo metaforico, allo scopo di suscitare ricordi e riflessioni in chi vi si imbatte, camminando per la città. La prima tappa è stata nei pressi dell’Arco di Riccardo, dove Demnig ha posato una pietra per Marco Moise Mustacchi. «La nostra comunità ha iniziato tardi ad aderire all’iniziativa – hanno detto i rappresentanti della Comunità ebraica cittadina, e cioè il presidente Alessandro Salonichio e il rabbino capo Alexander Meloni –. In tutta Europa, infatti, sono già state installate oltre 70 mila pietre. A Trieste le prime 16 sono state posate lo scorso anno. Oggi (ieri, ndr) proseguiamo in questa direzione con 13 nuove installazioni. E ci fa piacere che così tante persone siano accorse. Quelle che devono ancora essere ricordate sono tuttavia molte di più. Solo da Trieste vennero infatti deportati circa un migliaio di ebrei».
L’iniziativa si è svolta in collaborazione con il Comune di Trieste, grazie all’autorizzazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio Fvg. La Regione è stata rappresentata dall’assessore alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, poiché il governatore Massimiliano Fedriga era «a Varese per i funerali dell’onorevole Zamberletti – ha spiegato Roberti –. Siamo in un periodo di tante celebrazioni ufficiali, per fatti significativi avvenuti in queste terre. Le cerimonie sono importanti ma ancora di più lo è ricordare tutto l’anno».
Ha detto il sindaco Roberto Dipiazza: «Subito dopo aver posato la targa che ricorda la proclamazione delle leggi razziali sotto il municipio in piazza Unità, abbiamo iniziato a lavorare all’organizzazione della cerimonia della posa delle pietre d’inciampo, la quale è resa ancora più importante dalla presenza di tanti giovani». Assieme al primo cittadino c’erano l’assessore comunale alle Politiche sociali Carlo Grilli e quello alle Pari opportunità Serena Tonel. Presente anche il prefetto Annapaola Porzio: «È necessario ricordare ogni giorno ciò che è accaduto, affinché non accada mai più. E non voglio aggiungere altro».
Alcune classi del Fabiani-Deledda hanno collaborato alla realizzazione della giornata, grazie alla guida della preside Tiziana Napolitano e dei docenti Pilar Usco, Roberto Di Mattei, Sirio Muscia e Annalisa Palmieri. Momenti di commozione si sono registrati per la presenza di Sabatino Mustacchi, figlio di Marco Moise (vedi box), che ha dedicato un libro alla ricostruzione della vita del padre, mai conosciuto. La cerimonia è proseguita in maniera itinerante fino a pomeriggio inoltrato. Sono stati ricordati anche Saul, Ljuba e Gina Dubinsky; Gino Parin; Gisella Haffner; Enrico Löwy; Guido, Carlo e Bice Maestro; Diamantina Barnestein e Lazzaro Belleli. Tutti vittime della Shoah triestina. —
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