“Allineate” le aperture dei due musei del polo di via Cumano

Dopo le proteste di alcuni visitatori, il de Henriquez durante l’estate rimarrà aperto sette giorni su sette
Un "pezzo" in mostra al Museo de Henriquez
Un "pezzo" in mostra al Museo de Henriquez

Il Polo di via Cumano e il percorso di rilievo nazionale se non addirittura europeo sugli orrori del Novecento. L’inaugurazione del primo settore del Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez ha aperto nuove prospettive turistico-culturali per Trieste, rese immediatamente concrete dall’affluenza, oltre ogni miglior previsione nelle prime settimane di apertura con una media di 500 visitatori al giorno. Il sito di Montebello, periferico e all’interno di un’area per certi versi degradata e non facilmente raggiungbile era senz’altro penalizzante se circoscritto a un’unica istituzione, ma si trasforma in una scelta valida se destinato a ospitare un polo museale oltreutto con reperti e pezzi pregiati di dimensioni eccezionali. In questo senso sono apparse particolarmente centrate le critiche di alcuni visitatori che hanno evidenziato come i due musei abbiamo giornate diverse di chiusura.

Il Comune è corso subito ai ripari che probabilmente erano già in progetto. «Dalla settimana prossima - annuncia il sindaco Roberto Cosolini - il Museo de Henriquez rimarrà aperto sette giorni su sette finché durera la stagione turistica, quindi più o meno la fine di settembre. Successivamente la giornata di chiusura dei due musei sarà la stessa. Di conseguenza anche i triestini che però comunque non hanno difficoltà insuperabili a ritornare in zona, ma soprattutto i turisti non avranno la sgradita sorpresa di trovare un museo aperto e l’altro chiuso.» È chiaro però che è l’intera area che va valorizzata, con una serie di sistemazioni, opportuna cartellonistica e servizi annessi. «All’inizio dell’autunno - annuncia ancora il sindaco - mi riservo un dettagliato confronto con Trieste Trasporti per studiare una migliore accessibilità all’area con l’utilizzo di mezzi pubblici, ma anche l’opportunità che vengano fornite informazioni sulle linee e le fermate da utilizzare». Nel Museo di storia naturale vi è anche un sito destinato ad ospitare un bar e una zona ristoro che ora con la doppia presenza assume una certa importanza. Una gara d’appalto per l’apertura e la gestione dovrebbe essere varata dalla stessa amministrazione comunale nei prossimi mesi.

E presto del resto, grazie ai finanziamenti già ottenuti, potranno essere avviati i lavori di ristrutturazione di altri due padiglioni della caserma Duca delle Puglie dove potranno essere esposti molti altri dei numerosissimi cimeli conservati da Diego de Henriquez, tra i quali il famoso sottomarino tascabile, oltre ad altri reperti per illustrare, dopo la Grande guerra, armi e situazioni riguardanti in particolare le guerre coloniali e il Secondo conflitto mondiale. Tra un paio d’anni, quello di via Cumano potrebbe essere uno dei più grandi musei d’Europa dedicati alla storia militare del Novecento. Non solo, in città, come tende ad evidenziare lo stesso sindaco, si completerà un percorso che potrebbe diventare meta delle scolaresche, italiane e non, molto più di quanto in parte non accada già ora. Al Museo de Henriquez, Trieste infatti ha il triste vanto di poter affiancare la Risiera di San Sabba e la Foiba di Basovizza: tre siti che si completano con un percorso cittadino che potrebbe comprendere il Narodni Dom e la targa di piazza Unità che ricorda l’annuncio da parte di Mussolini delle leggi razziali. Ai quali si potrebbero magari aggiungere i siti che ricordano l’esodo degli italiani da Istria, Fiume e Dalmazia, a partire anche da quel Museo.

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