A Trieste un negozio di detersivi nell’ex chiesetta di Cavana

TRIESTE Da rudere a tempio nel cuore di Cavana. Le impalcature sono state tolte e l’arancione albicocca, assieme agli stipiti di un marrone scuro, spiccano e adornano il rinnovato edificio. I lavori della chiesa dei santi Sebastiano e Rocco di proprietà della Curia continuano ma entro l’anno verrà chiuso il cantiere. Mentre già a fine giugno inaugurerà lo spazio commerciale al piano terra, che è stato affittato alla catena Tulipano: un negozio specializzato che offre un ricco assortimento di prodotti per l’igiene personale, profumi e detersivi. L’affitto per i circa 280 metri quadrati, mormorano le agenzie immobiliari, dovrebbe aggirarsi attorno ai 10 mila euro al mese. La Curia però preferisce non parlare di cifre: «prezzo di mercato», riferiscono. Perché proprio un negozio del genere? «Le offerte sono state molte: bar, pizzerie, ristoranti - racconta don Pier Emilio Salvadè, vicario generale della diocesi di Trieste - Ma siccome sopra ci sarà una cappella avevamo bisogno di silenzio la sera e di pace la domenica».
Al primo piano, appunto, verrà riconsacrata una cappella «della riconciliazione e della Misericordia», come ama definirla don Salvadè. All’ultimo piano invece saranno a disposizione sei monolocali per preti anziani e ospiti di passaggio della Curia. Insomma, la riapertura al pubblico dell’edificio, rimasto sconsacrato per anni dovrebbe avvenire entro l’anno. Tra le novità, l’entrata dalla porta nella stradina di confine con palazzetto Leo.
Il cronoprogramma per la rinascita dell’immobile prevedeva due anni di restauro ma non è stato rispettato. La ricerca di fondi per terminare l’opera ha fatto sì che si impiegassero alla fine poco più di tre anni. Ma ha inciso anche il ritrovamento di una complessa sequenza di edifici di epoca medievale, probabilmente a destinazione residenziale, immediatamente al di sotto delle quote pavimentali dell’edificato attuale, d’origine seicentesca. Ma d’altronde si sa che la zona è ad alto rischio archeologico.
La riuscita del completo restyling inizia a essere ben visibile, ora che i ponteggi sono stati tolti e i teli che riparano il cantiere non invadono più via San Sebastiano. Grazie ai fondi derivanti dall’otto per mille, che rientrano sotto la voce “contributi per opere religiose di grande importanza”, e quelli ricavati da alcuni privati benefattori, si parla di una cifra complessiva di investimento di tre milioni di euro per la riqualificazione, di cui 400 mila destinati per i lavori di scavo compiuti dalla Soprintendenza Archeologica del Fvg e oltre 250 mila stanziati per la bonifica del sito. Il restauro conservativo e la parziale ristrutturazione – nelle mani della Rosso srl, per progetto e direzione lavori dell’architetto Jennj Fuchs e la sorveglianza archeologica di Archeotest – era necessario per questo edificio che in Cavana, eccetto qualche altro piccolo immobile, era l’unico, ormai, che aveva bisogno di un intervento.
Proprio per ridare luce a questa realtà nel 2011 la Curia acquistò dal Comune per 325 mila euro la chiesetta di San Sebastiano, ormai sconsacrata. I primi cenni di un tempio religioso risalgono addirittura al 1365. La storia vuole che si parli anche di templari e fantasmi. La chiesetta sorse per desiderio testamentario del vescovo triestino Nicolò Aldegardis, che nel 1447 auspicò la costruzione di una chiesa dedicata a san Sebastiano. Solo dopo la fine della diffusione della peste di metà ’500 l’edificio venne dedicato anche a San Rocco, protettore del morbo. Diventa proprietà privata sul finire del ’700. Nel 1951 viene ceduto al Comune con un atto di donazione, congiuntamente all’edificio adiacente, palazzetto Leo, con una precisa destinazione d’uso: riconsacrazione e ripristino del culto cattolico. Così sarà infatti perché al primo piano verrà ospitata una cappella. Al suo interno sono già pronti alcuni affreschi e opere, come quelle di Oleg Supereco, pittore russo contemporaneo di fama internazionale, e ancora si auspica ne arrivino. Ecco perché don Salvadè fa un appello: «Ringrazio i triestini che con il loro contributo ci aiuteranno a finire i lavori e a disporre delle opere artistiche e gli arredi sacri. Tutta Cavana così sarà splendida. Il restauro beneficia del grande senso artistico».
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