A prova di vandali il bastone rotto della statua di Saba
“Berretto, pipa, bastone”. Solo il berretto è rimasto addosso alla statua di bronzo, degli “oggetti di un ricordo” della poesia “Saba” di Vittorio Sereni. L’opera di Nino Spagnoli, posizionata a una decina di metri dalla Libreria Antiquaria Umberto Saba, è spogliata dalla pipa da una decina d’anni e del bastone da alcuni mesi. Ora finalmente sembra sia stata trovata una soluzione definitiva e imperitura. E grazie all’inaugurazione del primo nucleo del Civico Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez attesa da circa 30 anni. «La statua sconta alcuni difetti di progettazione - spiega Maria Masau Dan, direttrice dei musei civici di storia e arte di Trieste . - Il problema è la fragilità dei due oggetti: il bastone e la pipa. Nel caso del bastone credo non abbia senso reincollarlo come l’ultima volta. Nel caso della pipa, invece, bisogna rifonderla ex novo. Ho parlato con la vedova dello scultore Spagnoli e mi ha detto che lei non ha il calco. Ma non sarà un problema. Prenderemo una pipa simile e la rifaremo».
Il problema è risolvere una volta per tutta la questione degli accessori sabiani e ridare l’integrità alla statua di Spagnoli. Trovare una soluzione per la pipa (rubata tre volte) e il bastone (rotto due volte, una addirittura da un bambino). L’unico che non corre rischio è il berretto rimasto sempre al suo posto in questi dieci anni di vita. «Un’idea che mi è venuta - spiega la direttrice dei musei civici - è stata quella di rivolgermi al nostro bravissimo restauratore dei mezzi di artiglieria del museo de Henriquez che è Mario Vita di Pordenone, un esperto di metalli e restauri. E questo non per svalutare i restauratori che hanno fatto finora il lavoro. Poveri, l’hanno fatto e rifatto. Pensavo a un’anima di acciaio da inserire dentro il bastone. È una mia idea. Stiamo cercando una soluzione tecnica per rendere il bastone non rompibile. Non può essere che basti il colpetto di un bambino per farlo venire giù. Vorrei in qualche modo “armare” la statua».
E la soluzione definitiva potrebbe arrivare proprio dal restauratore di obici e cannoni che ha rimesso a nuovo i pezzi più pregiati della collezione de Henriquez. La ditta Mauro Vita, sede a Roveredo in Piano (Pn), opera nel settore della conservazione dei Beni culturali dal 1985. E, terminati i lavori al museo della guerra per la pace di via Cumano, ha già fotografato e preso le misure della statua di Saba e, già che c’era, anche di quella di Nazario Sauro davanti alla Stazione Marittima. «È un’altra mia fissazione. È tutta sporca. Mi piacerebbe pulirla. Non credo che la spesa sarebbe enorme», aggiunge Maria Masau Dan. «Non è compito nostro, ma nell’anno della Grande Guerra vorrei riuscire a nobilitare questa figura che è al centro dello spazio della Stazione Marittima. È brutto vedere questa statua così deteriorata». Un gemellaggio poetico tra Umberto Saba e Nazario Sauro che potrebbe anche non dispiacere all’opposizione. Il restauratore di cannoni potrebbe ridare la pipa e il bastone a Saba e nuovo lustro al capitano di vascello giustiziato dall’Austria. I tempi? «Individuata la soluzione strutturale ci attiveremo subito» assicura Masau Dan. Nell’attesa del responso del restauratore di cannoni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo