Sara Gama: «Il Mondiale, frutto della nostra crescita»

Intervista alla triestina, capitano della squadra azzurra oltre che colonna della Juventus campione d'Italia: ecco quali sono i segreti della qualificazione della Nazionale a Francia 2019

TRIESTE. E adesso, vacanze! E sono vacanze meritatissime per la triestina Sara Gama: prima lo scudetto conquistato con la sua Juventus Women, venerdì sera il timbro sulla qualificazione al Mondiale 2019 in Francia con la Nazionale della quale è capitano grazie al 3-0 al Portogallo, settima vittoria in sette gare di qualificazione, 18 gol fatti e soltanto 3 subiti. E l’Italia femminile manca dalla fase finale del Mondiale dal 1999...

Sara Gama, alla conclusione del girone di qualificazione manca un’ultima partita, in Belgio il 4 settembre, ma avete dominato...

Sì, le cose sono andate molto bene ma i risultati non sono venuti per caso: semplicemente è emersa tutta la nostra crescita, tutto il nostro lavoro.

Merito anche di una ct quale è Milena Bertolini...

Una persona di grandissima competenza tecnica, altamente qualificata e che ci conosce benissimo, in quanto molte di noi sono state allenate da lei al Brescia.

A dicembre, al sorteggio mondiale, l’Italia rischia però di essere in una fascia bassa a causa di un ranking non eccezionale (15.ma all’ultimo aggiornamento).

Francamente ci interessa poco. Intanto ci godiamo il momento e questa qualificazione. Poi il prossimo anno penseremo alle avversarie in Francia: tanto, per arrivare in finale devi comunque affrontare tutte le migliori.

In serie A è stato l’anno dell’arrivo dei grandi club maschili che hanno aperto la sezione femminile, a iniziare dalla sua Juventus. Per il prossimo anno si annuncia l’arrivo della Roma e forse anche di Milan e Inter.

E questo dimostra che la strada tracciata è quella giusta: è molto importante per noi giocatrici avere strutture di alto livello, come quelle che possono metterci a disposizione questi club, nelle quali lavorare e crescere e questo fa bene anche alla Nazionale.

Il Milan sta trattando l’acquisizione dei diritti del Brescia (che non ha rapporti con il Brescia maschile), squadra di grandi tradizioni ma che così rischia di scomparire poche settimane dopo essere stata finalista scudetto. Non ci sarà più spazio per le squadre solo femminili, quale è anche il Tavagnacco, storica rappresentante regionale in A, nell’ultima stagione terza?

Per certi versi è vero, e questa è una situazione un po’ triste: figurarsi, io stessa ho giocato sia nel Tavagnacco che nel Brescia, quindi sono molto legata a queste realtà. Ma è il futuro, l’asticella si sta alzando, e questo fa parte del progresso, fondamentale per lo sviluppo del nostro movimento.

Il prossimo campionato di A sarà organizzato direttamente dalla Federazione e non più dalla Lega dilettanti.

E anche questo è un segnale importante per il calcio femminile, un indice della sua crescita. La decisione poi è stata presa dai presidenti nel loro assieme ed è molto significativo.

A questo punto manca solo più la possibilità di ottenere lo status di professioniste per voi atlete...

...e sarebbe un altro passaggio molto importante. La vita di noi atlete cambierebbe: vedersi pagati i contributi e garantita la previdenza non sarebbero cose da poco. Ma anche per i club molto cambierebbe in meglio: potrebbero diventare davvero competitivi sul piano internazionale visto che all’estero le calciatrici firmano contratti da professioniste. Ci arriveremo. Uno step alla volta ma ci arriveremo.


 

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