Franco Pozzecco: «Mio figlio il Poz, dalla prima palla a spicchi a 4 anni a nuovo ct della Nazionale»
Il papà racconta come ha condiviso con Gianmarco la nomina azzurra, finalmente ufficializzata. E alcuni aneddoti impedibili: “Quella volta che ci svegliò tutti con una telefonata alle 3 del mattino...”
TRIESTE La consegna era rigorosa. Silenzio. Con tutti. Ieri mattina, l’ufficializzazione da parte della Federazione di ciò che si sapeva già da qualche giorno. Gianmarco Pozzecco è il nuovo commissario tecnico della Nazionale. Esordirà alla guida degli azzurri il 25 giugno nella sua Trieste (anche se in realtà è nato a Gorizia nel settembre di 50 anni fa). Oggi la presentazione. Ma la festa, quella vera, sarà in occasione del raduno azzurro a Trieste.
La consegna del silenzio era stata estesa anche a casa Pozzecco. Con papà Franco a svicolare negli ultimi giorni qualsiasi accenno all’investitura del Poz sulla panchina azzurra. Adesso, finalmente, anche Pozzeccone può dare sfogo alle emozioni.
Quando lo ha saputo?
Gianmarco me ne ha parlato una ventina di giorni fa. Mi aveva accennato ”Sai c’è questa possibilità, non dirlo in giro perché di sicuro non c’è niente”. Quando si è cominciato a parlarne sui giornali pensavo ancora a una boutade. Succede. Quante volte gli ho detto: “Dai, Gianmarco, non ciorme in giro”. La conferma me l’ha data due giorni fa. “Tutto deciso, è fatta”.
Quale è stato il suo primo pensiero?
Non scrivetelo. Ho pensato a tutti i gufi. A tutti gli scettici. Quelli che non credevano in Gianmarco giocatore, quelli che sul suo conto come allenatore si sono sempre fermati a sottolineare le esuberanze.
E invece...
Dal punto delle competenze se permettete non è certo l’ultimo arrivato (eufemismo, ndr...). Sa gestire le persone, capisce i giocatori ed è un motivatore micidiale.
Cambierà nelle vesti di ct?
Lui è questo, non cambierà. Porterà avanti i suoi criteri. Sceglierà gli azzurri in base alle sue convinzioni. Gli piace chi non si tira indietro. Parliamo di uno che è sceso sul parquet con il naso rotto eh...
Cosa significherà debuttare a Trieste?
Se squaierà quando entrerà in palazzetto. Anche se ha giocato ed allenato in giro è sempre rimasto attaccato. Gli amici del cuore sono quelli di sempre, ha rapporti che durano dall’infanzia.
Tre le dediche per questo riconoscimento ne immaginiamo una speciale.
Tullio Micol. Lui e le persone che gli sono sempre state vicine, credendo in Gianmarco anche quando tanti storcevano il naso.
Quale è stato il primo momento in cui si è avvicinato al basket?
A 4 anni. Mia moglie Lalla doveva portare all’allenamento in via Trissino l’altro figlio Gianluca. C’era un problema. Cosa fazo, non posso lassar solo a casa sto stropolo casinista. Tullio Micol, che allenava Gianluca, disse: Siora Lalla, se me lo porta con una maglietta e braghette ghe penso mi a sto stropolo....
E fu subito amore. O quasi, vista che la tentazione di giocare a calcio con il Chiarbola era grande.
Arrivano gli Harlem Globetrotter a Chiarbola. Sono in prima fila. Gianmarco, piccolino, è seduto accanto. Si avvicina il mitico Meadowlark Lemon, la stella degli Harlem. Prende Gianmarco e lo porta in mezzo al campo. Mio figlio portava gli occhiali all’epoca. Lemon glieli toglie e fa finta di calpestarli. Una gag. Gianmarco ci resta male. Lemon gli regala la maglietta. E il bambino fa un sorrisone grande così.
La prima volta azzurra del Poz ct la vivremo il 25 giugno. E la prima volta azzurra da giocatore?
Con Ettore Messina commissario tecnico, Atene, 1994. Amichevole o il solito Torneo dell’Acropoli, non ricordo. Non c’erano ancora i telefoni cellulari come adesso. Mi arriva una telefonata a casa da una cabina di chissàdove alle tre di notte. Gianmarco: “Sveia tutti che go de dirve una roba”. Gli chiedo se per caso si è ammattito a chiamare a quell’ora. Lui insiste. Continua a dirmi di svegliare tutti, Lalla, Gianluca, e di mettere il vivavoce sul telefono. “Gianmarco, ecco, adesso semo tutti qua. Cosa xe alla tre de mattina?””Messina me ga ciamado in Nazionale!” Ce lo siamo fatto ripetere.
Coincidenze. Ettore Messina avrebbe poi chiamato Gianmarco come suo vice la scorsa estate all’Armani Milano. Un’esperienza iniziata con qualche giorno di preparazione della stagione a...Barcola.
Messina apprezza il lavoro di Gianmarco. Mi ha molto colpito una foto nella quale lo abbraccia dopo che il pubblico del PalaSerradimigni ha rivolto un’ovazione di minuti al Poz. Un abbraccio molto bello.
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