Trieste torna sul set con il nuovo film di Wilma Labate: lunedì il primo ciak
Trieste torna sul set per un nuovo film importante: è “La ragazza ha volato” della regista Wilma Labate, che inizierà le riprese in città la settimana prossima. Si tratterà di una storia di periferia che, specifica la regista, «mostrerà molto poco il salotto buono della città». Labate, una delle autrici più impegnate del cinema italiano, ha spesso raccontato il mondo del lavoro visto dagli operai, come nel film “Signorina Effe” ambientato nella Fiat dello sciopero del 1980.
Della trama di questo nuovo film si sa solo che, ancora una volta, non parlerà di privilegiati, ma di una ragazzina appartenente a una famiglia che affronta le difficoltà economiche di tanti italiani di oggi. «Sarà una storia in parte ancorata nel nostro presente di incertezza», afferma la regista. Del resto, Labate ha spesso legato il suo cinema all’osservazione del reale anche come documentarista: il suo ultimo documentario “Arrivederci Saigon”, su una giovane band toscana spedita in Vietnam a suonare nelle basi militari americane, è stato candidato al Premio David di Donatello nel 2019.
La regista è già in città per la fase di preparazione, ma le riprese inizieranno il 15 marzo e dureranno per 6-7 settimane, sempre con il supporto della Friuli Venezia Giulia Film Commission. Ma perché Trieste era lo sfondo giusto per questa storia di periferia? «È una città nordica, eppure con delle strane caratteristiche che fanno parte del Sud», risponde Wilma Labate. «In più, è una città di confine ricca di linguaggi, religioni, culture e situazioni differenti. Ha un’identità molto forte continuamente messa in crisi da queste diversità, dal confine, dalle forti infiltrazioni balcaniche». Il film dunque sarà completamente ambientato a Trieste, «ma non perché ha delle belle strade e un bel lungomare», specifica Labate. «Il salotto buono si vedrà molto poco. Lo dico sempre anche alla mia troupe. Ho girato un film a Napoli (“Domenica” con Claudio Amendola, ndr) e quando andavo sul set mi portavo dietro un cartello con scritto: “Proibito inquadrare il Vesuvio”. Perché voglio raccontare le facce diverse delle città nelle quali ambiento i miei film. Trieste è interessante anche oltre il salotto buono: vorrei andare nelle pieghe di questa città, cercare di scoprire i suoi aspetti meno raccontati, anche più sotto tono». Anche gli “scorci mare” che vedremo sullo schermo saranno diversi dall’iconografia canonica della città. La casa della protagonista e della sua famiglia sarà in zona via Locchi: la produzione cercava un appartamento con l’affaccio sul Porto Nuovo. Molte riprese saranno effettuate anche a San Giacomo, che diventerà il quartiere principale del film. Come per altre produzioni precedenti, ad esempio il film “Non odiare” con Alessandro Gassmann ambientato in parte a Melara, anche in questo caso la Film Commission tiene a sottolineare quanto sia stato importante poter contare sulla collaborazione di Ater Trieste: “La ragazza ha volato” racconterà un contesto popolare, un volto della città che forse il cinema ha solo cominciato ad esplorare. Nella lavorazione saranno coinvolte anche molte maestranze del Friuli Venezia Giulia, circa il 40% dei 50 lavoratori impegnati nella troupe. —
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