Trieste, lo “Scandalo” borghese dentro e fuori il foyer

TRIESTE. Quest'anno è stato Schnitzler ad aprire il sipario del Teatro Rossetti. Niente da ridire, una pièce da eleganza austriaca. E con eleganza il teatro offre una rosa a tutte le signore presenti in sala. Non solo. Ci sono i fiori e c'è l'aperitivo, offerto dall'Associazione dei Viticoltori del Carso - Kras, già attiva dalle 19.30 nel foyer.
Non siamo ai tempi in cui una serata da rivista coniugava stile e pubblico, il profilo è più casual, ma insomma al Politeama ci sono sempre le vecchie zie mai immemori del rigore asburgico, per cui nell'informale spicca qualche figura più bon ton. Intanto giungono i soliti noti che non possono mancare, come vuole la regola, l'esibizione è necessaria.
Qualcuno parla dell'inarrestabile flusso dei migranti. Qualcun altro dello sbarco delle Iene in Ferriera. Quale che sia lo stato dell'economia o dell'arte, per la Première ciò che conta è il contorno. L'arrivo del sindaco Roberto Cosolini. L'entrée di Debora Serracchiani.
La bella presidente a cui, va detto, dovrebbe riconsiderare il gusto dei suoi tailleur. Certo chi fa politica non ha tempo per i fronzoli, ma pure il praticone di Renzi è entrato nella classifica degli uomini più eleganti d'Italia. Forse a Trieste, come ha detto Savino, «siamo di un'altra razza», allargando la metafora, non c'è poi tutta questa cura per il dress code.
Non si può dire lo stesso per Giulio Lauri, presente in sala, a lui le giacche cadono come Bogart in "Big sleep", altro che arcobaleni. Invece il sindaco esibisce il solito completo antracite, niente a che fare con l'eleganza di Guido Botteri, con la sua aria alla Vincent Price, mentre l'attuale presidente Milos Budin non difetta in nero con dolcevita alla Foucault. Bisogna ammettere che il vero trendsetter della serata è Gianni Torrenti, camicia a righe e cravatta a pois, una nuova moda.
Tra le donne spicca Breda Pahor, in copriabito gessato, ma la più elegante è indubbiamente Tiziana Sandrinelli, l'unica a indossare il colore dell'inverno, ovvero il senape. Le fa concorrenza una bellissima Mariangela D'Abbraccio in scuro, in questi giorni attiva alla Contrada con "Cancun". Non mancano i veri appassionati.
Di buono c'è che non mancano neppure i ragazzi e questo è un bel trionfo, un tripudio di jeans e Hogan, difficile abbandonare la divisa da giorno, così comoda e attuale. Altri tempi e altra educazione. «Li conosci i Smashing Pumkins?», chiede una ragazza bionda all'amica tatuata nel breve tragitto delle scale. Non li conosce ma sa che da lì a breve assisterà a uno spettacolo dello stesso autore che scrisse "Doppio sogno" e che il cinema ha reso noto con Kubrik. Brava.
La gente fluisce sospinta da quella forza d'inerzia che mette in moto l'ultima campana. La platea è piena, l'aria immobile. Pochi secondi e Schnitzler ci racconterà uno "Scandalo", molto ordinario, molto borghese, che illumina i rapporti umani dentro e fuori i teatri, dentro e fuori i foyer.
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