Torna il Mercante in ferie tra gioielli e orologi antichi

TRIESTE La donna a modo, fino ai primi decenni del Novecento, quando una persona cara veniva a mancare, soprattutto il marito, abbandonava gli abiti “civili” per indossare il lutto stretto. Si immergeva nel total black e, per coerenza, si de-gioiellizzava e riponeva nel portagioie anelli, collane e parure sfarzose. A ridare lustro alle severe mise delle vedove, la moda dei gioielli da lutto importata dall’Inghilterra, con protagonisti gli smalti neri e il “giaetto”, pietra nera fossilizzata con cui durante l’800 e fino agli anni ’20 si realizzavano monili per signore in vedovanza.
Fra gli 800 - tra gioielli, orologi, pietre preziose e argenti d'epoca - pezzi in esposizione a “Mercante in Ferie”, la mostra-mercato promossa da oltre vent’anni dalla casa d’antiquariato Bernardi&Borghesi, è presente anche una robusta sezione tematica di gioielli declinati lungo il fil rouge delle mode antiquariali che riflettono le diverse fasi della vita. E, dunque, dal battesimo alla cresima, dal fidanzamento al matrimonio, dagli anniversari fino ai gioielli per il teatro, occasione per mettere in mostra il proprio status sociale.
“Mercante in Ferie” apre i battenti al pubblico venerdì 16 dicembre alle 10 (e sarà visitabile con ingresso gratuito fino a domenica 18, con orario 10-20, ma con prolungamento straordinario delle visite fino alle 23, venerdì e sabato) al Palace Hotel Savoia Excelsior, partner dell’edizione 2016 dell’evento, che ha anche una finalità benefica, finalizzata quest’anno alla raccolta fondi in favore dell’Agmen. Una parte dell’incasso sarà infatti devoluta all’Associazione genitori malati emopatici e neoplastici, il cui delicato impegno a sostegno dei famigliari sarà illustrato dal presidente Massimiliano du Ban, e dalle immagini del video clip dell’Agmen realizzato in collaborazione col mago delle telecronache Bruno Pizzul, presentato oggi alle 19 in anteprima alla pre-inaugurazione riservata ai sodalizi che si occupano di service sociale.
In bella mostra nelle teche, gioielli Liberty, del periodo austroungarico, la raffinata orologeria svizzera, le cipolle dandy da panciotto, gli argenti inglesi ’800, passando per il glamour dei gioielli anni ’40 e ’50. Un viaggio nella storia dei preziosi guidati dalla gemmologa Giulia Bernardi, sempre generosa nel raccontare i retroscena dei pezzi esposti. Come le “manin”, le collane d'oro prerogativa delle donne maritate, realizzate con certosina pazienza dalle manine dei bambini. In mostra una sontuosa e leggerissima “manin” lunga circa dodici metri, tradizione orafa in auge durante l’800 soprattutto nella ricca Venezia, ma anche nelle nostre terre.
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