Rivive a Monfalcone il sogno azzurro del Rex: nascita del mito che ha incarnato un’epoca

Al Museo della cantieristica presentazione del libro di Flavio Testi e tavola rotonda sul grande transatlantico
Alex Pessotto

MONFALCONE Tre raid, 123 razzi, 7200 colpi di cannone e, come se non fossero sufficienti, è probabile pure l’ausilio di qualche siluro. Del resto, affondare il Rex non era certo un’impresa facile. E poi non solo si trattava di una semplice nave: era un simbolo vero e proprio. Accanirsi, infierire su un transatlantico ormai inerme significava allora infliggere al regime un colpo mortale. Il Rex venne requisito dalle truppe tedesche a seguito dell’armistizio dell’8 settembre del ’43: aveva trasportato migliaia di emigranti e ricevuto elogi dal mondo della politica nonché da esponenti dello spettacolo e della cultura. Poi, ebbe un’altra funzione: quella di caserma per le truppe del Terzo Reich.

Ma questa è solo una minima parte delle vicende che contraddistinguono la storia della nave e che un recente libro di Flavio Testi fedelmente riporta. Ha per titolo “Rex. Il sogno azzurro-Blue Riband” (Erga edizioni, pagg. 266, euro 25) e mercoledì, alle 18, sarà presentato al Museo della Cantieristica di Monfalcone su iniziativa di Fondazione Ansaldo e del locale Comune oltre che dello stesso MuCa. Il tema centrale della presentazione, che segue quella di Genova su “Il coraggio dell’eccellenza”, sarà “La nascita di un mito”.

Alla presentazione prenderanno parte Luca Fasan, assessore per il rilancio del commercio e marketing territoriale del Comune di Monfalcone, e Lorenzo Fiori direttore di Fondazione Ansaldo. Seguirà una tavola rotonda moderata dallo storico navale e operatore museale per il MuCa Giulio Princic con la partecipazione dell’autore del libro, della titolare P.O. Attività Culturali del Comune di Monfalcone per il MuCa, Federica Ghirardo, del rappresentante dell’Associazione Marinara Aldebaran, Corrado Capponar, e dello storico navale, liutaio e collaboratore del Museo del Mare di Trieste Walter Macovaz (ingresso con Green Pass; prenotarsi scrivendo a info@mucamonfalcone.it o chiamando lo 0481.494901).

La scelta della data non è casuale. Quando gli Alleati cominciarono a bombardare Trieste sistematicamente, il 10 giugno, e ancora il 6 ed il 10 luglio del ‘44, il Duilio ed il Sabaudia (ex Stockholm) caddero sotto il fuoco nemico proprio all’ingresso del porto, mentre il Rex venne miracolosamente risparmiato. Quindi, per evitare il suo affondamento, il 5 settembre i tedeschi, utilizzando due rimorchiatori, lo trasferirono nella baia di Capodistria, meno visibile agli aerei di ricognizione. Di fatto, si arenò a circa 250 metri dalla riva. L’intenzione era di disincagliarlo per farlo giungere appunto a Capodistria, ma i partigiani e gli informatori di Tito della 15.ma armata attivi nell’area si accorsero della sua presenza, avvisando il comando alleato di Bari. La sua fine era vicina: l’8 settembre del ‘44 (domani, quindi, faranno 77 anni), venne silurato dalla Royal Air Force coadiuvata dalle forze americane.

Il Rex era stato varato il primo agosto del ‘31 nei cantieri navali Ansaldo di Sestri Ponente: aveva una stazza lorda di oltre 51 mila tonnellate, 268 metri di lunghezza, 30 di larghezza e 37 di altezza; aveva poi quattro eliche e quattro motori per sprigionare 140 mila cavalli di potenza. Nel ‘33 vinse il Nastro Azzurro, grazie a una traversata tra Europa e America di 4 giorni, 13 ore e 58 minuti. Percorse le 3181 miglia che separano Gibilterra dal faro di Ambrose a una velocità media di 28,92 nodi, arrivando a destinazione con un giorno d’anticipo: il record è stato detenuto per due anni e il titolo del volume di Flavio Testi proprio a quest’impresa fa riferimento. Insomma, quella del Rex è stata un’avventura tanto breve quanto intensa, eccezionale. E tra i suoi passeggeri figurano anche Walt Disney, Clark Gable, Salvador Dalì, Ingrid Bergman, Tyrone Power, Gianni Agnelli, Eugenio Montale, Luigi Pirandello. Il libro, che tra l’altro la Fondazione Ansaldo ha voluto in edizione bilingue, con traduzione in inglese, possiede anche un ricco apparato iconografico che permette di rievocare i suoi ospiti illustri, lo sfarzo degli interni, le ambizioni che hanno connotato la sua breve esistenza, il ruolo nel salvataggio di migliaia di ebrei durante il periodo delle persecuzioni razziali, la gloria al momento del varo di novant’anni fa e la tragedia dei suoi giorni finali. Anche se la leggenda del Rex, che non ha esentato nemmeno Amarcord di Fellini, continua: i suoi resti giacciono ancora sul fondo del mare, mentre il periodo immediatamente successivo al suo affondamento è stato tutto caratterizzato dalle ricerche dei suoi resti che, per la gente locale, costituivano un autentico tesoro. Inoltre, sarà pure il festival Geografie - che oggi svelerà il suo cartellone - a celebrare l’epopea della nave con un concerto previsto per il 26 settembre alle 21 al teatro Comunale di Monfalcone: si esibirà la Shipyard Town Jazz Orchestra, senza trascurare una presentazione di Pietro Spirito. Il Rex aveva accolto anche Arturo Toscanini, Vladimir Horowitz, Beniamino Gigli, Tito Schipa, Rosa Ponselle.

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