“Novo Cine Swarovsky” apre in dialetto la Contrada

Presentato il cartellone 2019/20. Si comincia il 18 ottobre con il musical scritto e diretto da Davide Calabrese con Ariella Reggio e i Sardoni Barcolani Vivi

TRIESTE Vederli da vicino. Toccarli quasi. Magari abbracciarli. Condividere con loro l’applauso, le risate, a volte persino una lacrima. Loro saranno Monica Guerritore, Luca Argentero, Angela Finocchiaro, Lino Guanciale, Caterina Murino, Moni Ovadia, Martina Colombari, Leo Gullotta, Anna Galiena, Rossella Brescia, Ascanio Celestini, Debora Caprioglio, Enzo Iacchetti, Gaia De Laurentiis, Fabio Troiano. E tanti altri ancora. Un bouquet di interpreti amati e popolari che i 43.000 spettatori che hanno frequentato quest’anno il Teatro Bobbio potranno incontrare nella prossima stagione. Si intitola “Visti da vicino” il nuovo cartellone teatrale della Contrada, un mosaico di spettacoli che si inaugurerà il 18 ottobre. Perché solo il palcoscenico – sostengono Livia Amabilino, presidente, e Diego Matuchina, direttore organizzativo – può assicurare il contatto che cinema e tivù non sanno dare.

A breve distanza quindi, pochi metri dalle poltrone, tredici spettacoli (uno in più della scorsa stagione) si alterneranno alle molte proposte fuori abbonamento, e offriranno a scelta commedie brillanti francesi, Shakespeare rivisitati, gialli e misteri, un classico napoletano, pezzettini di cinema e letteratura, una commedia dimagrante ambientata in cucina, Brecht e Pirandello, balletti romantici, una maratona di danza e canzoni che ripercorre quarant’anni di storia italiana. Quattro le produzioni firmate direttamente Contrada, di cui la prima, come sempre in dialetto, aprirà la stagione. Il titolo “Novo Cine Swarovsky” strizza l’occhio all’antico nome del Bobbio, cioè Cinema Cristallo, che nella fantasia di Davide Calabrese (autore e regista di questo musical vaudeville) e con le musiche originali dei Sardoni Barcolani Vivi, schiererà in palcoscenico l’intera compagnia della Contrada, Ariella Reggio in testa. Ma si vocifera di un intervento del sindaco di Trieste in persona. O forse solo in voce.

Saranno inoltre produzioni di casa: “L’anima buona di Sezuan” (favola brechtiana di sapore orientale che Monica Guerritore, protagonista e regista, ha deciso di mettere in scena sulle orme dell’edizione 1981 di Giorgio Strehler), “Hollywood Burger” (con Enzo Iacchetti e Pino Quartullo commensali negli studios cinematografici più famosi del mondo) e infine “Montagne russe” (storia di un incontro al bar che prende imprevedibili direzioni, Corrado Tedeschi e Martina Colombari a guidare la macchina della seduzione).

Il libretto di cinquanta pagine che accompagna e commenta la nuova stagione è pieno di sorprese. Impossibile elencarle tutte. Ma si possono certo segnalare quelle che attrarranno più pubblico. Il monologo di Lino Guanciale dedicato a uno scrittore fuori dal mucchio come Ennio Flaiano (”Non svegliate lo spettatore”) oppure quello di Luca Argentero che frugherà nelle biografie di tre indimenticati sportivi (Malabrocca, Bonatti, Tomba). La irresistibile Angela Finocchiaro che dichiara di “aver perso il filo” o le barzellette a raffica di un campione del teatro di narrazione, Ascanio Celestini. Per i fedeli del classico, “Le allegre comari di Windsor” riviste e corrette da Serena Sinigaglia e il Pirandello onesto di Leo Gullotta in “Pensaci, Giacomino”. —
 

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