“L’amore che meriti”: Daria Bignardi e la saga di Alma e Maio

Oggi alla libreria Ubik di Trieste, alle 18, la popolare conduttrice televisiva presenterà il romanzo fresco di stampa assieme alla docente universitaria Sergia Adamo
20061004 - ROMA - SPE - BIGNARDI, INVASIONI BARBARICHE SEMPRE PIU' IN ROSA. La giornalista Daria Bignardi in una recente immagine di archivio . Il 6 ottobre la conduttrice tornera' in onda su La7 con la nuova serie de 'Le invasioni barbariche'. Tra le novita', una redazione tutta al femminile. ARCHIVIO/ANSA/ji
20061004 - ROMA - SPE - BIGNARDI, INVASIONI BARBARICHE SEMPRE PIU' IN ROSA. La giornalista Daria Bignardi in una recente immagine di archivio . Il 6 ottobre la conduttrice tornera' in onda su La7 con la nuova serie de 'Le invasioni barbariche'. Tra le novita', una redazione tutta al femminile. ARCHIVIO/ANSA/ji

Giornalista per la carta stampata con, tra le altre, una rubrica fissa su Vanity Fair. Autrice e conduttrice di talk-show, ha fatto delle sue graffianti interviste alle “Invasioni barbariche” la propria cifra stilistica. Ma anche apprezzata autrice di romanzi in equilibrio tra introspezione psicologica e sentimenti legati a doppio filo al passato e alle radici familiari. A giudicare dalle recensioni della critica ma soprattutto dall’apprezzamento dei lettori – la vera cartina di tornasole – i suoi libri non vivono della luce riflessa dell’immagine mediatica, bensì grazie all’intensità emotiva dei suoi protagonisti.

La camaleontica Daria Bignardi in versione scrittrice presenterà alle 18, alla libreria Ubik di Trieste, in Galleria Tergesteo, a due voci - assieme alla docente universitaria Sergia Adamo - il nuovo romanzo fresco di stampa “L’amore che ti meriti” (Mondadori). Un noir sentimentale il cui titolo potrebbe quasi essere “letto” in chiave ambivalente, che dopo l’esordio del 2009 con l’autobiografico “Non vi lascerò orfani”, è il suo quarto romanzo. In bilico tra sentimenti, sensi di colpa, desiderio di espiazione e vite segnate da destini fragili, la trama si dipana come un puzzle generazionale costruito (in)volontariamente da una famiglia apparentemente ben strutturata. Che però, come avrà modo di scoprire Antonia, rispettivamente figlia e nipote di Alma e Maio, i veri protagonisti di questo mistery familiare ambientato nella placida e nebbiosa Ferrara, nasconde non pochi interrogativi. Situazioni mai chiarite, su cui sarebbe meglio non indagare, per non riportare a galla dolorosi ricordi. Come mai nessuno le aveva mai parlato dello zio Maio e, soprattutto, perché la sua sparizione prima e morte poi sono rimaste avvolte nel silenzio?

Bignardi che, alla classica domanda se si senta più a proprio agio nei panni di conduttrice o in quelli meno mediaticamente esposti di scrittrice, pur ammettendo di «non poter negare di apprezzare e molto la carica adrenalinica della diretta e l’intervistare personaggi molti diversi tra loro», non ha però esitazioni e spiega infatti che «fare la scrittrice è sempre stato il mio desiderio. Tanto è vero che il mio primo “romanzo”, un’infelice storia d’amore non corrisposto, l’ho scritto a otto anni».

Tornando invece a “L’amore che ti meriti”, tutto ha inizio da una malaugurata leggerezza adolescenziale, una di quelle sciocchezze di cui a quell’età non si valutano le conseguenze. Lo spartiacque che cambierà per sempre la vita dei due simbiotici fratelli Alma e Maio. Finita la scuola e prima di raggiungere i genitori per le vacanze estive, Alma propone al fratello di provare «solo per una volta» l’ebbrezza dell’eroina. Quella che doveva essere una bravata spot, segna invece indelebilmente il ragazzo e ne causa prima la sparizione e poi la morte. Un passato greve di dolore e soprattutto per Alma di mai sopito rimorso, che però l’infelice insegnante di lettere non vuole rivangare. Ci penserà la figlia Antonia, scrittrice di libri gialli per una piccola casa editrice di provincia, a portare a galla la complessa matassa di nodi familiari mettendosi sulle tracce di Maio, cercando risposte al suicidio del nonno e, inevitabilmente, sollevando lungo il percorso più di un velo dell’esistenza dell’introversa madre Alma.

Patrizia Piccione

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