I versi di Leopardi, Pascoli, Kahlil Gibran per i ragazzi si trasformano in disegni
“Scardina, scompagina, scompiglia e sovverte” dice Daniele Aristarco, scrittore per ragazzi e saggista, “è la poesia. Maestra di bellezza e libertà, ti prende per mano e ti porta oltre la siepe”. Queste parole accompagnano e presentano la nuova collana “Oltre la siepe” con cui Einaudi Ragazzi, marchio legato alla casa editrice triestina Edizioni EL, propone celebri poesie a un pubblico giovane e contemporaneo. Le liriche sono tutte impreziosite dai disegni dei migliori illustratori italiani sulla piazza, che le rendono ancora più appetibili.
Quattro i libri finora pubblicati, tutti al prezzo di 9,90 euro: “L'infinito” di Giacomo Leopardi, “Dalla carrozza di un treno” di Robert Louis Stevenson, “I figli” di Kahlil Gibran e “La mia sera” di Giovanni Pascoli; di prossima uscita “San Martino” di Giosuè Carducci e “Una goccia sul melo” di Emily Dickinson. Apre la collana la celeberrima lirica del poeta recanatese reinventata, per l'occasione, dalla fantasia visiva di Marco Somà: “L'infinito” diventa un lasciapassare per entrare del tutto nella natura di quel giardino del giovane Leopardi che è diventato un po' il giardino di noi tutti. Pochi versi, struggenti e potenti, che riescono a descrivere lo smarrimento e la nostalgia che si provano di fronte all'idea di infinito. Il protagonista, con la matita di Somà che per questa pubblicazione ha ricevuto una menzione speciale al premio Gianni Rodari – Città di Omegna 2019, è diventato un meraviglioso cervo vestito alla foggia ottocentesca sulle cui corna sbocciano fiori e foglie a seconda dello stato d'animo evocato.
Robert Louis Stevenson è amato soprattutto per due romanzi universalmente conosciuti, “L'isola del tesoro” e “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”, ma è autore anche di poesie, tra cui “Dalla carrozza di un treno”, qui tradotta dalla triestina Laura Pelaschiar e illustrata da Simona Ciraolo. Il ritmo dei versi di Stevenson trova nei colori dell'artista sarda la giusta cornice per esprimere un mondo di passaggio al finestrino che diventa schermo da cui veder sfilare paesaggi, personaggi, scene di vita e stazioni animate: figure che rendono il senso della velocità e del movimento del treno e insieme lo stupore degli occhi del bambino che osserva la realtà dal suo sedile.
Il poeta e pittore libanese Kahlil Gibran ha lasciato un segno indelebile nella storia internazionale della letteratura con “I figli”, toccante lirica che viene resa visivamente da Angelo Ruta, autore di libri per l'infanzia come anche di spettacoli teatrali e di film. Il mistero del rapporto tra genitori e figli è descritto con le immagini dei bambini che dormono accoccolati in un fiore a simboleggiare l'amore che gli adulti possono dare ai piccoli a differenza dei pensieri, perché i bimbi ne hanno di loro e bisogna lasciare che li sviluppino. Ai genitori viene detto: “Potete ospitare i loro corpi ma non le loro anime” e Ruta utilizza un'azzeccata metafora visiva disegnando delle matrioske da cui saltano fuori i fanciulli. Più avanti un'altra immagine simbolica con una ragazzina che, sulla sabbia, si discosta dalle orme lasciate dagli adulti e s'incammina per conto suo in un'altra direzione.
La poesia “La mia sera” di Pascoli presenta lunghe parti descrittive, dal temporale che imperversa di giorno al cielo sereno durante il tramonto, a significare la quiete che arriva con la vecchiaia dopo le turbolenze della giovinezza. L'autore fa un racconto della natura che diventa una riflessione personale, intima, sentita. Con grande intuito Andrea Antinori sceglie una via astratta e fantastica con un funghetto, personaggio buffo e leggero che, apparso nei sogni di un bambino (il poeta), saltella nel paesaggio naturale con la grazia di una nota musicale. Il testo è usato in maniera grafica e conquista i piccoli come i lettori adulti. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo