Gorizia, Luciano Canfora apre i lavori di èStoria con le donne di Platone

Una conversazione sulla famiglia nel mondo classico dalla Grecia all’antica Roma aprirà il festival storico isontino
© Marco Merlini / Cgil Lecce, 13 settembre 2018 V edizione "Le giornate del lavoro" Teatro Paisiello Lectio magistralis di Luciano Canfora su lo stato di salute della democrazia politica
© Marco Merlini / Cgil Lecce, 13 settembre 2018 V edizione "Le giornate del lavoro" Teatro Paisiello Lectio magistralis di Luciano Canfora su lo stato di salute della democrazia politica

GORIZIA. Sarà Luciano Canfora, con una conversazione sulla famiglia nella classicità, a inaugurare oggi, alle 18 nella Tenda Erodoto, l’edizione di èStoria. Sollecitato dalle domande della giornalista Simonetta Fiori, lo storico e saggista, professore ordinario di Storia antica e Filologia classica all’Università di Bari, analizzerà le differenze tra i modelli famigliari nell’antica Roma, dove la costruzione delle famiglie avveniva anche in forza di alleanze politiche, e nella polis greca, inevitabilmente diversa da quella romana perché composta da un numero più ristretto di persone.

Al festival èStoria i mille volti della Famiglia attraverso epoche culture, geografie

Canfora metterà in relazione gli aspetti comunitari con i quali Platone aveva pensato di rinnovare i rapporti famigliari, con quelli presenti nel Manifesto di Marx ed Engels. Nella Repubblica il filosofo greco ipotizzò che nella sua città ideale le donne fossero “messe in comune” tra tutti gli uomini. Così facendo non solo Platone incarnava un modello di dispotismo maschile, che Aristofane prese in giro nella commedia “Le donne all’assemblea popolare” nella quale ribaltava la prospettiva a discapito degli uomini, ma soprattutto avanzava un’idea, quella di abolire la famiglia, di cui venne poi accusato Marx quando riprese alcuni aspetti del comunitarismo di Plato.

Canfora, illustrando come la famiglia sia un’istituzione da secoli in oscillazione tra ipocrisia e utopia, condurrà il pubblico in un dialogo con gli antichi, dimostrando così come i classici abbiano la capacità di parlarci ancora, a distanza di migliaia di anni. . Proprio per questo lo studioso avanza una proposta che lui per primo sa essere impopolare, anche se, è convinto, non è una bestemmia: aggiungere un anno alla durata delle scuole secondarie. A giovarsi non sarebbero solo gli studenti, ma anche gli insegnanti che, aggiunge caustico Canfora, avrebbero pure loro bisogno di studiare di più.


 

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