Daverio: «Maria Teresa usò gli spaghetti per conquistare l’Europa». DIRETTA STREAMING DALLE 18

Oggi alla Stazione Marittima di Trieste la lectio magistralis del critico
18/03/2015, Milano, trasmissione televisiva Le invasioni barbariche. Nella foto Philippe Daverio
18/03/2015, Milano, trasmissione televisiva Le invasioni barbariche. Nella foto Philippe Daverio

TRIESTE Spaghetti versus Kartoffeln. E un’intera penisola che diventa “teresiana”, in nome di una real politik imperiale basata sulla pancia piena. A spiegare questo titolo misterioso e a dare il via alle iniziative dedicate ai trecento anni dalla nascita di Maria Teresa, sarà oggi il critico d’arte e scrittore Philippe Daverio, che, giovedì 5 ottobre alle 18, alla Stazione Marittima, terrà la sua lectio magistralis.

 

18/03/2015, Milano, trasmissione televisiva Le invasioni barbariche. Nella foto Philippe Daverio
18/03/2015, Milano, trasmissione televisiva Le invasioni barbariche. Nella foto Philippe Daverio



Soddisfatto di tornare a Trieste («ha bellissimi alberghi. Guardo il mare e sono contento») e di apprezzarne i piatti di pesce (che, a dispetto dell’omaggio odierno all’imperatrice, dice di preferire a quelli di derivazione austriaca, per via di un nonno berlinese...), Daverio ha richiamato alla Marittima un’autentica folla di estimatori. Chi non ce l’ha fatta ad assicurarsi gli inviti, “bruciati” in un paio d’ore, potrà comunque apprezzare la conferenza in streaming. Alla Marittima si potrà accedere solo con il pass e fino a esaurimento dei posti a sedere e in piedi.

 

Esauriti i biglietti per la lectio magistralis di Daverio a Trieste
Philippe Daverio


Ma che cosa significa spaghetti contro patate? Ecco come Philippe Daverio ci anticipa qualche tema della sua “lectio”. «Intanto - dice - partiamo dalla rivoluzione fisiocratica, che si afferma in Francia circa alla metà del XVIII secolo, ovvero della mutazione del pensiero economico basato sulle opere di François Quesnay, medico ed economista. Quesnay sostiene che la ricchezza di una nazione è data dalla quantità della sua popolazione. E come cresce la popolazione? Con l’agricoltura, che è la base di ogni attività economica, in quanto è la sola che produce quanto necessario per nutrire le persone».

Quindi anche gli eserciti...

«Questo è un tema centrale nel ’700. Come dar da mangiare ai soldati, che altrimenti sarebbero stati lunghi, magri e non adatti a combattere. Per avere una popolazione numericamente forte e sempre nuova era necessario che i genitori mangiassero, fornicassero e producessero dei figli. Eccoci dunque all’agricoltura come radice della ricchezza: chi si alimenta genera bambini e poi manda in guerra bei soldati».

E cosa c’entrano le “kartoffeln”?

«Federico di Prussia a metà del ’700 comincia a diffondere la patata, arrivata dal Nuovo Mondo. Convince i tedeschi a coltivarla e ne salva dalla fame migliaia. Ma le patate non servono solo a sfamare la popolazione. Distillate forniscono una vodka fantastica. In questo modo il soldato che andava in guerra magari era un po’ idiota, ma molto combattivo»

Arriviamo agli spaghetti...

«In Austria vale la stessa teoria. Ma il territorio è un po’ piccolo, quindi la sperimentazione austriaca avviene in Italia. Un figlio di Maria Teresa, Leopoldo II, è Granduca di Toscana; un altro, è Duca di Milano; la figlia Maria Carolina è sposata con Ferdinando IV re di Napoli; il figlio Ferdinando è sul trono di Modena. In pratica l’imperatrice ha creato in Italia una comunità fisiocratica, una “penisola teresiana” per fare soldati».

Dunque a Napoli nasce un piatto della cucina nazionale...

«Certo. Qui si coltivano i pomodori San Marzano, si produce la bufala e viene inventata la meccanica per l’estrusione, una macchina di bronzo con buchi, per realizzare gli spaghetti. E gli spaghetti col pomodoro riempiono la pancia, quindi alimentano il popolo, che sforna tanti bambini e futuri uomini per l’esercito, che poi viene mandato a crepare».

Una real politik piuttosto brutale.

«Vale da sempre. Napoleone sosteneva che l’esercito cammina sullo stomaco. I popoli camminano sullo stomaco. “Prima mangiare e poi la morale” si dice nell’”Opera da tre soldi” di Bertolt Brecht e Kurt Weill».

E Maria Teresa?

«Era una politica intelligente. Aveva capito che la prospettiva della ricchezza sta nella forza della produzione agricola non nella terziarizzazione dei prodotti. L’economia muta secondo le epoche: un tempo era la coltivazione agricola, poi si è passati alla produzione industriale, oggi è la velocità con cui viaggiano le informazioni. Intuirlo è una forza».

Ha gettato le basi della Trieste moderna e non ci è mai venuta. Strano?

«Faceva un bambino dopo l’altro, era grassa, non poteva viaggiare. Ma non ne aveva bisogno. Governava da Vienna. È stata il motore dello sviluppo di Trieste ma anche di Belgrado, Budapest, Praga, e della Boemia. Sotto Maria Teresa tutto l’impero si evolve».

È stata la sovrana più importante del suo tempo?

«Certamente una delle più importanti. E teniamo conto che il Settecento ha contato parecchie donne di punta. Federico di Prussia diceva che doveva vedersela con tre donnacce: Maria Teresa, Caterina II di Russia e Madame de Pompadour, la favorita di Luigi XV».

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