Da Trieste a Sidney le avversità sono danza per Jacopo Grabar

Il ballerino triestino a febbraio sui palcoscenici australiani con “Impermanence” spettacolo centrato su come affrontare le difficoltà inaspettate della vita

TRIESTE Ha ripreso la preparazione a pieno ritmo a dicembre e da oggi ricomincia le prove dello spettacolo che a febbraio lo riporterà sul palco, dal titolo “Impermanence”. Il ballerino triestino Jacopo Grabar, 26 anni, da due vive e lavora a Sidney, in Australia, inserito nella famosa Sidney Dance Company. Una lunga carriera internazionale alle spalle del giovane artista, con il primo contratto firmato a 18 anni e la voglia costante di cercare nuovi stimoli. «Ho iniziato a ballare a 8 anni - racconta - prima a lezione di latino-americani, dove ho cominciato presto anche a gareggiare, conquistando risultati importanti a livello italiano. Ma mi sono reso conto che non era il genere fatto per me e a 12 anni ho cambiato rotta, con l’iscrizione alla scuola Arteffetto di Trieste e ringrazio il titolare, Corrado Canulli, che mi ha introdotto alla danza moderna e ha notato la mia predisposizione. E la mia passione. Poco dopo ho seguito i primi stage e a 16 anni ho vinto due borse di studio in Toscana». Il talento di Jacopo viene ben presto notato a Siena e, appena maggiorenne, il ragazzo firma il suo primo contratto da ballerino. «Ma ho continuato a fare audizioni e un anno dopo sono stato assunto da una compagnia a Danzica, con coreografi di fama internazionale. Un’ottima palestra». Anche la parentesi in Polonia finisce dopo un anno e Jacopo torna in Italia, a Pisa, prima di ottenere un nuovo importante impegno, in Germania, al teatro di Brema. «Avevo deciso di fermarsi lì inizialmente, ero tranquillo, sereno, in una situazione stabile, sia a livello personale che lavorativo. Ero deciso a rimanere. Poi un giorno ho saputo che nel 2018 avrebbe fatto tappa in città la compagnia di Sidney, con il direttore artistico Rafael Bonachela. Seguivo il suo lavoro da anni e lo ammiravo davvero tanto. Ho pensato di scrivere una mail, chiedendo di poter partecipare a una loro lezione, durante la permanenza del gruppo in Germania. Mi hanno chiesto di imparare un video e di spedirlo, quindi ho seguito un workshop insieme e con grande sorpresa, poco dopo mi hanno proposto un contratto. È stato qualcosa di improvviso e inatteso. Un sogno che si avverava, incredibilmente». Il giovane triestino si trova a dover fare la valigia e a trasferirsi in poche settimane dall’altra parte del mondo, a Sidney. Nessun pensiero o dubbio, ma un grande desiderio di aprire una nuova parentesi della sua vita professionale. «Adoro questa compagnia - sottolinea - per la qualità dei movimenti, per lo stile molto tecnico, veloce, contemporaneo. E soprattutto per la sperimentazione. Su questo fronte in particolare non ci sono limiti e per me è un fattore importante, per la mia crescita ma anche per il divertimento. Qui mi trovo benissimo. Purtroppo a marzo 2020 il Covid-19 ha fermato tutto. Ci trovavamo a teatro, a provare, quando è arrivata la notizia della chiusura di tutto. Stavamo preparando “Impermanence”, che parla di come superare e affrontare le avversità della vita, quelle che si presentano inaspettate, una sorta di premonizione, perché poi il virus ci ha messo davvero alla prova. Ed è proprio con questo spettacolo che ripartiremo con la nuova stagione a febbraio. Nel frattempo ho insegnato, sempre grazie alla compagnia, in uno studio virtuale. Ad agosto siamo rientrati in sala, a dicembre abbiamo ripreso a provare a pieno ritmo e così faremo dal 4 gennaio, dopo le vacanze. Siamo pronti. Sarà entusiasmante ricominciare, sarà una ripartenza che tutti, artisti e pubblico, attendono con grande emozione».
 

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