Cristicchi: «Porterò in scena la rivoluzione di Basaglia»

Il cantautore da domani ritorna al Rossetti con un “Magazzino 18” tutto esaurito Tra i progetti anche un documentario in tv e dvd sui paesi abbandonati dell’Istria
Simone Cristicchi in una scena de "Il Magazzino 18"
Simone Cristicchi in una scena de "Il Magazzino 18"

Nonostante certe polemiche, peraltro immancabili quando si vanno a toccare nervi scoperti, quello di "Magazzino 18" è un successo così schietto che parlarne ancora quasi annoia al punto che poter nuovamente applaudire lo spettacolo quasi non fa notizia. Come non fa notizia sapere che, pure questa volta, “Magazzino 18” si appresta a registrare l'ennesimo tutto esaurito. Produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e PromoMusic, è in programma al Rossetti da domani al 9 novembre con la Fvg Mitteleuropa Orchestra, coro dei bambini dell'Associazione StarTs Lab, e, naturalmente, con lui, Simone Cristicchi.

Ebbene, Cristicchi, come si vive l'attesa?

«Sono felicissimo. Mi attendevo che qualcuno, che non era riuscito a vedere lo spettacolo lo scorso anno, ci tenesse stavolta a esserci, ma non mi aspettavo davvero questo successo. Sarà per me una grande emozione tornare, dopo aver girato l'Italia, su quel palco dove lo spettacolo è nato e ha preso forma, grazie a tutta l'équipe del Rossetti, alla regia di Antonio Calenda: "Magazzino 18" è stato, se vogliamo, il suo addio al Rossetti e credo proprio abbia costituito un lavoro emozionante anche per lui e del quale vada orgoglioso».

Voltiamo pagina. Dopo "Magazzino 18" su cosa la vedremo concentrato?

«Sto lavorando a due progetti. Uno è legato a "Canale Mussolini", il libro di Antonio Pennacchi che vorrei far diventare un monologo. Ma il progetto principale è uno spettacolo sulla Legge Basaglia, argomento che è sempre al centro dei miei pensieri e che ho già sviscerato con alcune ricerche, nel 2007, le quali mi hanno portato a scrivere "Ti regalerò una rosa"; ecco, mi piacerebbe raccontare, vorrei dire con una magia poetica, quasi onirica, una grande rivoluzione, peraltro tutta italiana, e di cui dobbiamo andare fieri: appunto, la rivoluzione di Basaglia; e mi piacerebbe poterlo fare attraverso la leggerezza di un musical. Dopo "Magazzino 18" mi sento oggi abbastanza maturo per affrontare l'argomento a modo mio».

E il Cristicchi cantautore, o cantante, che progetti ha?

«Assieme a Valter Sivilotti, autore delle musiche e direttore d'orchestra di "Magazzino 18" ho in mente di portare sul palco "La buona novella" di Fabrizio De Andrè nella quale farei “semplicemente” l'interprete. Per quanto riguarda i dischi, invece, fortunatamente la mia casa discografica, la Sony, mi ha sempre lasciato libero di prendermi tutto il tempo che volevo. Pare di capire che non sarà fra i protagonisti di Sanremo 2015... Non mi potrei permettere di esserci. "Magazzino 18" ha raggiunto i 40mila spettatori, con le rappresentazioni a Trieste raggiungerà i 45mila; e ad oggi credo che abbia fatto oltre 60 repliche ma in programma ce ne sono ancora più di cento. Tutti i teatri che l'anno scorso avevano espresso delle perplessità sullo spettacolo quest'anno lo hanno voluto. Inoltre, tra i progetti in cantiere ho la realizzazione di un documentario sui paesi abbandonati dell'Istria, dopo l'esodo; e, a tal proposito, sto facendo delle interviste sul tema, anche a Trieste. Questo documentario, che andrà in tv o sarà diffuso in dvd, si chiamerà "Tornar", stesso titolo di uno spettacolo che ho fatto a Piemonte d'Istria e che in primavera farò nuovamente a Piemonte d'Istria nonchè in altri paesi dell'entroterra istriano».

Come nasce questo interesse per Trieste, la nostra regione, il territorio?

«Innanzitutto dal mio innamoramento per la stessa Trieste, dove, quando posso, torno anche da visitatore, amando camminare, perdermi, vedere i suoi angoli più particolari, avvertire la presenza di quelle vicende storiche che si respirano, "naufragare nel suo mare". Trieste è una città che non passa inosservata e che offre numerosissimi spunti di ispirazione per chi, come me, è alla ricerca di storie: mi definisco un "ricercautore" e nel parlare con la gente posso trovare spunti per uno spettacolo o una canzone. Certo, Trieste meriterebbe ben più di uno spettacolo o di una canzone: diciamo che meriterebbe un'epopea, un'opera epica, ecco!».

Possiamo dire che è la città che più la attrae e la ispira?

«Assolutamente sì e credo che i triestino lo abbiano capito. E l'incontro col sindaco Cosolini, che mi ha donato la targa di benemerenza del Comune, di Trieste mi ha fatto un po' sentire un cittadino onorario».

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