Cinema Latino Americano, al via un’edizione senza confini digitali

Partita la macchina organizzativa della kermesse, dal 6 al 14 novembre tra Miela e online su Mowies.com. Diaz: «La rete per ampliare il pubblico»

Presentare, unici tra tutti i festival, un film sulla pandemia realizzato 40 anni prima della pandemia o premiare un'opera per la miglior sceneggiatura e vederla proprio in questi giorni su Netflix. "El año de la peste" del messicano Felipe Cazals e il film indipendente cileno "Piola" di Luis Pérez García sono state tra le intuizioni più felici dell'anno passato. Ora il Festival del Cinema Latino Americano di Trieste apre le iscrizioni alla sua nuova edizione, la numero 36, che si terrà dal 6 al 14 novembre. La manifestazione, compatibilmente con le future disposizioni di legge legate alla situazione della pandemia, è stata studiata per svilupparsi in forma ibrida, in presenza al Teatro Miela con l'80% del programma, mentre il restante 20% andrà su Mowies.com.

«Come dobbiamo convivere con il virus, dobbiamo vivere anche con le piattaforme web - sottolinea il direttore Rodrigo Diaz -: e lo potrà fare chi ha un progetto, chi sa guardare lontano. Non considerare le piattaforme non è più possibile e non è neanche intelligente».

La collaborazione con la californiana Mowies, già sperimentata con successo nell'edizione 2020, è stata quindi confermata anche per quest'anno introducendo in più interessanti novità.

Sul sito www.cinelatinotrieste.org è già disponibile il modulo di iscrizione della propria opera al festival con tutte le informazioni relative. La partecipazione alla sezione online, che presenterà circa 20-25 opere, è facoltativa ma offre alcuni vantaggi non banali in questi tempi di magra cinematografica e non solo.

«I cineasti - spiega Diaz - si troveranno di fronte a una delle opportunità più interessanti proprio per la loro presenza online. Mowies permetterà loro innanzitutto di guadagnare una parte della vendita dei biglietti. Non solo: gli utenti potranno condividere i film più amati, dando da una parte possibilità ai registi di ampliare il proprio pubblico, dall'altra di guadagnare loro stessi nel momento in cui l'amico cui è stato segnalato il film effettivamente lo guarderà. L'idea è di creare una rete, e la scelta digitale è una grandissima opportunità di ampliamento di pubblico: lo scorso anno da Trieste abbiamo avuto spettatori non solo dall'Italia e dall'Europa, ma anche da grandi capitali come Buenos Aires, Bogotà, Città del Messico. Nel sondaggio che abbiamo fatto a fine festival, qualcuno ha commentato che poter vedere i nostri film è stato un sogno che si è realizzato. Tenere presente anche questo pubblico lontano è una delle nostre priorità nel 2021».

I film potranno essere visti, secondo le autorizzazioni, in tutta Italia (autorizzazione minima richiesta), nell'Unione Europea e nell'intero continente americano e i cineasti potranno decidere il numero massimo di visualizzazioni permesse (500 è il numero minimo stabilito dalla direzione del festival).

Solo le opere selezionate per la sezione online, poi, parteciperanno al Premio del Pubblico del valore di mille euro, assegnato all'opera che otterrà il maggior numero di visualizzazioni.

Novità infine anche sul fronte delle collaborazioni: entrano nella direzione artistica due personalità di spicco come Luigi Cuciniello, già direttore organizzativo del Settore Cinema della Biennale di Venezia e Luciano Sovena, ex Ad dell’Istituto Luce e oggi presidente della Fondazione Roma Lazio Film Commission. —

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