Chi ha ucciso Grado Giallo? L'assassino è il Comune

Chi ha ucciso Grado Giallo? Cherchez l’argent. Sì, perché l’“assassino”, in questo caso tutto lagunare, non si svela dopo mille pagine: è lì, sotto il naso, tra le pieghe dei rendiconti comunali. E così, nonostante gli sforzi degli organizzatori, i costi troppo alti del festival di letteratura noir finiscono per avere la meglio.
Si chiude. La decima edizione di Grado giallo non vedrà mai la luce e ad annunciarlo, prima ancora di riferirlo ai diretti interessati, è il sindaco dell’Isola, Dario Raugna: «Si tratta di una scelta politica, dovuta ai risultati deludenti della rassegna». Schiacciato dall’implacabile logica dei numeri il festival quest’anno non partorirà bandi per selezionare il migliore tra i racconti polizieschi. Il sindaco, nell’occasione “ragioniere”, non nasconde cifre, anzi le impila una dietro l’altra per motivare la caduta a domino di Grado Giallo: «L’ultima edizione - spiega Raugna -, nelle occasioni in cui è andata bene, ha visto in platea 40 persone. Poche per giustificare un impegno dell’ente locale pari a 70mila euro. Somma dovuta per il service e accresciuta di ulteriori 10mila euro in termini di allestimento dell’evento, ore di lavoro dei dipendenti comunali e servizio di stamperia». «Francamente - aggiunge - dopo nove anni di rassegna mi sarei aspettato risultati tangibili e un certo tipo di affermazione».
Morale della favola: il primo cittadino, di concerto con gli assessori alla Cultura e al Turismo, ha deciso di rivedere il palinsesto di fine estate. Si sarebbe anche potuto pensare di spostare la manifestazione in un periodo di maggior richiamo, ma evidentemente l’amministrazione gradese ha ritenuto fosse meglio non rischiare slittamenti ad altre serate, per evitare flop. La programmazione culturale e d’intrattenimento, a settembre, non subirà comunque smottamenti, poiché sebbene Grado Giallo vada in archivio ci sarà qualcos’altro a rimpiazzarlo. E lo sottolinea Raugna: «Gli 80mila, soldi con cui si possono fare altre cose, verranno reinvestiti in diverse iniziative. Puntiamo su altro. Al momento stiamo definendo la programmazione ed è prematuro riferire nel dettaglio, ma tra una quindicina di giorni avremo messo a punto il carnet. Fin d’ora, però, garantisco che anche a settembre ci saranno eventi culturali di richiamo e interesse: letterari, cinematografici o artistici». «Del resto - continua - ci stiamo prodigando per arricchire l’intrattenimento a Grado con la prossima apertura del Museo del mare e della Diga quale suggestiva sede di spettacoli».
Il sindaco, oltre a snocciolare l’emorragia di spettatori quale principale causa della cancellazione di Grado Giallo, si sofferma pure «sulla filosofia dell’operazione»: «La rassegna è un prodotto culturale e, come tale, mi sarei aspettato una maggiore interazione con le realtà locali e le scuole: al di là di una passerella di due ore negli istituti, avrei gradito si fosse creato un concorso rivolto agli allievi, magari con la messa in palio di un premio di 500 euro, per fare un esempio. Oppure mi sarebbe piaciuto vedere delle lezioni di scrittura tese a insegnare ai ragazzi come si elabora un giallo perfetto, quali tecniche di scrittura si debbano utilizzare e così via...».
Insomma, per Raugna, «un prodotto culturale non si può appiattire sulla mera commercializzazione della cultura stessa». «Mi spiego meglio - arringa - e cerco di farlo ponendo una domanda: qual è l’obiettivo di Grado Giallo? Attrarre turisti, visti i numeri, non mi pare. Vendere più libri? Bene allora lo sponsor privato, sia Mondadori, Rizzoli o Feltrinelli, avrebbe dovuto mettere delle fiches su questo tavolo, alleviando le spese del Comune sul contenitore letterario». «Infine - conclude Raugna - l’ultima edizione, a mio avviso, ha avuto una dialettica veramente ermetica, quasi inaccessibile per una rassegna comunque di nicchia. Della serie: se non ti piace il noir, sei tagliato fuori. Così, se non lascia un’eredità in termini di ricadute economiche né di integrazione culturale per i ragazzi gradesi, mi chiedo se quel festival abbia ancora un senso».
Eppure, Grado Giallo ha indubbiamente lasciato il segno, ospitando scrittori del calibro di Loriano Macchiavelli, Roberto Costantini, Franco Forte, Valerio Varesi, Tullio Avoledo e molti altri.
Riproduzione riservata © Il Piccolo