Andro Merkù lascia La Zanzara: «Nessun dissidio, è per la crisi»

TRIESTE Dieci anni di trasmissioni satiriche vissute pericolosamente, tra gags, imitazioni, qualche pentola “scomoda” scoperchiata in campo politico e inevitabili stralci legali.
E dopo tutto ciò Andro Merkù lascia La Zanzara, programma radiofonico di punta di Radio24, emittente con cui l’eclettico artista triestino, specialista in imitazioni, aveva iniziato a collaborare sin dal 2010, entrando poi tre anni più tardi nella redazione milanese a fianco di Giuseppe Cruciani, il suo mentore nel salto professionale su scala nazionale.
Nessun dissidio, nessuna crisi di idee, anzi. Alla base del divorzio figurerebbe solo la mannaia dei tagli aziendali, un drastico calo delle risorse maturato in maniera ancor più corposa nel post Covid 19 in ambito artistico: «Insomma, sono di nuovo sul mercato – premette Andro Merkù – e le prime idee non mancano».
Ringrazio pubblicamente @giucruciani perché mi ha cambiato la vita, portandomi a @LaZanzaraR24. Ma i cicli hanno un inizio ed una fine. Un abbraccio fraterno anche a @DAVIDPARENZO ed ai colleghi di @Radio24_news. pic.twitter.com/nvAezvf7W9
— Andro Merkù (@andromerku) July 22, 2020
Già, Cruciani. Gli anni vissuti sulla ribalta milanese portano anche la sua firma in termini di valorizzazione.
«Devo tantissimo a Giuseppe, una gratitudine immensa. Mi ha “raccattato” in un piccola emittenza locale e mi ha proiettato in una affermata nazionale. La Zanzara è un programma complicato ma innovativo e molto seguito. Lavorarci è stato un onore e un pregio professionale. Cruciani mi ha cambiato la vita e in meglio. Una vita cambiata nel segno dell’esposizione pubblica, tra molti onori e diversi oneri».
L’arte dell’imitazione porta spesso a dover calpestare i piedi a qualcuno, scoperchiando sovente qualcosa di scomodo se il contesto è politico.
«È vero, ne so qualcosa. Vedi l’imitazione fatta con la voce della compianta Margherita Hack al costituzionalista Valerio Onida, quella emulando Niki Ventola all’economista Fabrizio Barca e soprattutto lo scherzo a Monsignor Paglia in Vaticano con la voce di Renzi. La risonanza è stata eccezionale ma anche le ripercussioni, avevamo toccato dei punti dolenti della politica».
Tutte queste stoccate hanno causato qualche ripensamento professionale?
«Per niente, nessun rimpianto. Nella vita bisogna rischiare, solo così possiamo ottenere qualcosa. Sono orgoglioso di essermi mosso in quel modo e lo rifarei senza indugio».
Dopo questa intensa parentesi a Milano, come verrebbe visto un ritorno a casa? Un passo indietro professionale?
«Sto valutando tante strade professionali e una che ricondurrebbe nella mia regione sarebbe anche ben accetta, dipende dal progetto. Sono fiero di essere di questa terra, la conosco e mi piace raccontarla. Ripeto, dovesse capitare un progetto lavorativo all’altezza, sarei pronto alla valutazione e ad una nuova avventura».
A proposito di nuove avventure, da dove poter ripartire?
«Premetto che una porta aperta è rimasta anche a “Striscia la Notizia”, dove magari potrei continuare la saltuaria collaborazione con le mie imitazioni. Ho tante idee per la testa e mi sto già muovendo su più fronti. Ad esempio ho messo già a punto un format radiofonico, abbiamo registrato la “puntata zero” ed ora cercheremo di piazzare il progetto, a cui tra l’altro credo molto».
Di cosa si tratta?
«Qualcosa che provi ad esorcizzare la crisi avvenuta nel post Covid 19. Un programma che provi a prendere di mira quanto avvenuto, con leggerezza e naturalmente nel segno dell’assoluto rispetto delle vittime della pandemia. Useremo l’ironia naturalmente, provando ripeto ad esorcizzare le pieghe negative del momento. E non mancheranno le imitazioni».
Dobbiamo attenderci altre “pentole scomode” in campo politico?
«Perché no? Sotto quel profilo sono sempre pronto a colpire, anzi a pungere...». —
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