All’asta alla Stadion “Gli infelici” di Timmel. Grande capolavoro della pittura triestina
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“Gli infelici” di Vito Timmel: è questo il capolavoro della pittura triestina svelato ieri pomeriggio da Stadion Casa d’Aste che lo metterà in vendita il prossimo venerdì 23 ottobre, con una base di partenza pari a 35. 000 euro.
Il direttore Furio Princivalli giustamente parla di «un dipinto straordinario», di «un pezzo da museo».
Proveniente da una collezione privata milanese, l’opera, di grandi dimensioni (202x186 centimetri), è sicuramente tra le più importanti dell’autore nato a Vienna nel 1886 e scomparso a Trieste nel 1949.
Datata al 1920, fu esposta a Roma al Palazzo delle Esposizioni in occasione della Prima Biennale d’arte nel’21 e quindi alla Permanente di Trieste l’anno successivo.
Ma ancor prima lo scrittore triestino Salvatore Sibilia l’aveva potuta vedere nello studio dell’artista dove, come racconta nel suo “Pittori e scultori di Trieste”, l’artista gli aveva illustrato l’idea di realizzare un ciclo pittorico che avrebbe dovuto comprendere complessivamente tre pannelli: “Gli eroi”, “I felici”, “Gli ilari”.
“Bisognerebbe sentire Vito Timmel stesso parlare – scrive il Sibilia – con quel suo simpatico dialetto triestino e spiegare, chiosando, commentando a modo suo la vastità del concepimento artistico-letterario! ”.
Sibilia continua descrivendo il primo pannello intitolato “Gli eroi”, poi mutato in “Gli infelici”, con quell’albero sradicato che sembra prender vita nel movimento generale delle figure tra cui distingue “la donna frivola che conta in un rosario di perle gli amanti che ha avuto” e “la donna triste rinchiusa in sé col rosario dei suoi 32 anni di vita: la prima perla, più lucente: la nascita, poi le altre sempre più scure”.
Timmel in questo dipinto veniva ad interpretare il tema dell’albero della vita, a significare, tra fronde e radici, come osservava il suo amico Cesare Sofianopulo, “il principio ed il fine: l’eterna vicenda”.
Accanto al soggetto di ascendenza simbolista, notevole è la composizione, articolata mediante un groviglio di corpi: ricorda il Klimt dei pannelli perduti realizzati per l’Università di Vienna.
E infatti Timmel, giunto a Trieste all’età di cinque anni, dopo aver frequentato la Scuola per Capi d’arte, era voluto ritornare a Vienna proprio per poter studiare alla Kunstgewerbeschule dove Gustav Klimt si era formato. Passato poi all’Accademia di Belle Arti, non conseguì il diploma né in una scuola né nell’altra, manifestando sin da allora il suo spirito inquieto.
Nel 1910 si era recato a Venezia dove aveva visitato la Biennale d’arte ammirando l’opera del maestro della Secessione al quale era stata dedicata un’intera sala personale.
Agli anni Dieci risalgono i primi dipinti di Timmel di chiara ispirazione klimtiana ma con una rielaborazione dei motivi e delle figure assolutamente originale.
L’originalità dell’autore è sottolineata anche dalla stampa dell’epoca che proprio a proposito de “Gli infelici” parla di “una delle pitture più ricche d’invenzione che possano vedersi in Italia ed altrove” o di “una vigoria superba, un fuoco ardentissimo, una volontà d’acciaio” che animano questo lavoro.
Nel’23 Timmel aveva proposto l’acquisizione di questo dipinto al Museo Revoltella che invece gli preferì “Fochi”. Sarebbe bello se il desiderio del pittore venisse esaudito ora.
“Gli infelici” e le altre opere che verranno messe all’asta lo stesso giorno, –tra cui spiccano i nomi di Casorati, Sironi, Campigli, Marussig, Music, Passauro, Veruda-, si possono vedere in esposizione da Stadion oggi, dalle 9. 30 alle 13, domani sempre dalle 9. 30 alle 13, e da lunedì a giovedì dalle 9. 30 alle 13 e dalle 15 alle 18. 30.
L’appuntamento per il 23 ottobre è alle ore 17 (asta virtuale, esclusivamente on line o tramite telefono). —
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