1945-1955: dieci anni dal sapore vintage dello scoutismo Gei
TRIESTE L’organizzazione, le attività e soprattutto i valori che determinarono la fase pionieristica. Lo scoutismo locale targato Gei si racconta e per farlo si affida a una mostra fotografica dal titolo “1945-1955, dieci anni di ripresa dello scoutismo Gei a Trieste”, progetto a cura del Centro di documentazione scout del Gei Fvg in collaborazione con il Comune di Trieste, esposizione allestita da mercoledì 2 settembre al 15 settembre a palazzo Costanzi (sala Veruda di piazza Piccola 2).
Dominano le fotografie, quelle dal sapore vintage, in grado di rievocare una decennio esatto del fermento scoutistico triestino posto sotto l’egida Gei (Giovani esploratori italiani), sigla assunta ufficialmente nel 2005 ma che racchiude una storia inaugurata nel novembre del 1918, interrotta momentaneamente nel 1927 e poi proseguita dal 1945.
Volontariato, educazione, attività nella natura e al servizio del prossimo. Lo scoutismo abbraccia vari rami, coinvolge i giovani ma prova anche a responsabilizzare ulteriormente gli adulti che scelgono di proseguire il percorso. Su queste tracce gioca la mostra fotografica a palazzo Costanzi, album che rovista in due lustri della storia anche di Trieste, ponendo in risalto il legame tra i “lupetti” in grigioverde con le istituzioni come il Comune - vedi il supporto alla mostra sulla “Educazione dei fanciulli” del 1948, al 1° Festival dei ragazzi del 1951 e alla 11° Gara nazionale delle autocilindrate senza motore di due anni più tardi - e di altri enti, tra cui la Croce Rossa, attraverso aiuto logistico a iniziative benefiche o ad altre manifestazioni dal respiro storico come la corsa automobilistica Trieste-Opicina.
Cartoline d’epoca che riportano a galla anche figure altrettanto storiche del Dopoguerra cittadino, dai sindaci Michele Miani e Gianni Bartoli al presidente di zona del periodo, Gino Palutan. Frammenti del passato e valori ancora attuali. La mostra dedicata alle tinte Gei dello scoutismo prova a riformulare questa ricetta e regala alcuni significativi contributi che traducono anche uno spicchio essenziale dell’attività, quella della cooperazione e del soccorso, attività spesso estese oltre il territorio regionale svolgendo una sorta di tassello aggiunto, e altrettanto pionieristico, della Protezione Civile.
In tale ottica l’esposizione rievoca passi fondamentali come la missione in Polesine nel novembre del 1951, nelle zone disastrate dalla alluvione causata dal Po, e il salvataggio di un giovane disperso in una grotta di Aurisina, la cavità Nemez, intervento portato a termine nel 1954 da esponenti Rover della 1° Compagnia a 27 metri di profondità, imprese che valsero riconoscimenti al valor civile.
Non solo immagini. La mostra si colora anche di documenti audiovisivi, propone la vetrina di una serie di reperti, tra cui la ricostruzione di un angolo di un campo scout classico, tra regime spartano e spirito di adattamento. La mostra aprirà i battenti ufficialmente mercoledì alle 18.30 e resterà aperta al pubblico sino al 15 dello stesso mese con orario 10-13 e 17-20 ( ingresso libero). In cartellone anche alcune visite guidate, previste nelle giornate di domenica del 6 e 9 settembre alle 11 e lunedì 7 e 14 alle 18.
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