Zara, nei guai i pescatori del super tonno
ZARA Potrebbe non avere un lieto fine, anzi, la pesca miracolosa di pochi giorni fa nelle acque del porto di Bibbigne, nello Zaratino, dove un gruppo di quattro amici ha preso un tonno gigantesco, del peso di 230 chili, lungo 2 metri e 20 centimetri. Non si erano ancora spenti gli echi della grande grigliata a base di fette di tonno preparata lungo le rive dell'abitato dalmata, con la partecipazione di decine di locali e di turisti, che a Bibbigne è piombata una notizia capace di tramortire un toro.
Il quartetto di improvvisati pescatori, capaci di catturare il tonno in una zona di mare dove l'acqua è profonda circa un metro, rischiano una multa che potrebbe addirittura superare le 200 mila kune, più di 27 mila euro. Ante Sikirić, Ante Kunce, Frane Šimunić e Marin Šimunić sono ufficialmente nel mirino dei competenti ispettori della Direzione pesca del ministero croato dell'Agricoltura. L'inchiesta nei loro confronti è già partita perché si configurerebbe il reato di pesca di frodo. Foto e lo spettacolare video filmato durante la cattura vengono ora considerati quale materiale probatorio visto che i quattro bibbignani non avevano il permesso per la pesca a questa specie. Si tratta di licenze speciali, che riguardano tonno, pesce spada e aguglia imperiale. «In questo momento non possiamo dire nulla di definitivo – è quanto affermato da Mario Rogošić, capo del settore per il controllo della pesca alla Questura zaratina – è certo che ascolteremo i sospetti all'inizio della prossima settimana. Nel 2012 ci furono quattro abitanti di Macarsca che si lodarono pubblicamente di avere pescato due esemplari di pesce spada, del peso di 15 e 17. Siccome non disponevano dei permessi, si videro appioppare multe per diverse migliaia di euro. Nel caso dei bibbignani, è possibile che siano stati violati diversi regolamenti e leggi».
Infatti, oltre a non avere alcun documento in materia, i bibbignani hanno preso il tonno colpendolo più volte con un arpione, attrezzo severamente vietato in questo tipo di pesca. Si sospetta poi che – prendendo il tonno – sia stato causato un grave danno all'ambiente, violando la legge sugli organismi marini. Saranno gli ispettori a quantificare il danno. Ma non basta: la cattura si è avuta in acque portuali dove l'attività alieutica non è affatto permessa. Tutti questi reati cumulabili, a cui magari se ne potrebbe aggiungere qualche altro, fanno salire la possibile pena pecuniaria ad altezze siderali. Si parla, come già detto, di un'ammenda che potrebbe andare ben oltre le 200 mila kune e, tanto per fare un paragone, lo stipendio medio netto in Croazia è di 6 mila kune, sugli 813 euro.
Contattati dai giornalisti, gli autori dell'impresa – che dato vita ad una grande festa all'aperto a Bibbigne – hanno tutti espresso sorpresa e amarezza. «Abbiamo agito d'istinto, vedendo che quel pescione era in gravi difficoltà – ha detto Marin Šimunić – cosa dovevamo fare, magari lasciarlo morire affinché andasse in putrefazione? Poi magari sarebbe arrivato un nugolo di biologi marini e di ispettori a compilare socumenti su documenti».
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