Volontari “salva rospi” sulle strade
MONFALCONE. In questi giorni di pioggia, con l’aumento delle temperature, è già scattata l’annuale migrazione degli anfibi dai rifugi invernali ai luoghi di deposizione delle uova. In sostanza dall’area carsica e quella del lago di Doberdò. Un viaggio che comporta, però, l’attraversamento della Ss 55 del Vallone e quindi la probabilità di finire schiacciati sotto le ruote delle auto e degli altri mezzi in transito. I volontari dell’associazione ambientalista Eugenio Rosmann hanno già avviato il monitoraggio del fenomeno, viste le condizioni meteorologiche, e organizzato un incontro informativo. La conferenza avrà luogo domani alle 18.30 nella sede dell’associazione in via delle Mandrie (angolo con via Valentinis) a Monfalcone. A parlare sarà Gaia Fior, naturalista e divulgatrice scientifica dell’Associazione tutori stagni Fvg.
L’iniziativa vuole sensibilizzare al problema dell’investimento di tanti anfibi e organizzare i volontari per le uscite serali, durante le quali i rospi saranno raccolti in secchi per essere trasportati vicino al lago. Il flusso migratorio dei rospi comuni, del tipo cioè bufo-bufo, avviene in genere nelle ore che seguono il crepuscolo e con il buio, in particolare con la pioggia, in corrispondenza di luoghi dove ai lati della strada si trovano piccoli canali di acqua piovana o piccoli stagni. Negli ultimi due anni i componenti dell’ex Wwf isontino si sono mossi a titolo quasi personale, senza organizzare vere e proprie squadre, ma l’associazione continua ad avere come obiettivo la realizzazione di un piccolo sottopasso della statale del Vallone per permettere la migrazione in sicurezza degli anfibi, il cui ruolo nell’ecosistema rimane fondamentale (se non altro per il contenimento del numero di zanzare e di altri insetti).
«Il dialogo con Anas e con la Provincia non si è mai interrotto - spiega Paola Barban, componente dell’associazione -. I fondi credo possano essere reperiti, visto che si tratta di intervenire a tutela e sostegno della Riserva naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa. Speriamo che il progetto possa essere realizzato». Numerose specie possono percorrere tratte lunghe anche qualche chilometro per portarsi dai rifugi invernali fino ai luoghi di deposizione. Così facendo gli animali sono spesso costretti ad attraversare sentieri e strade e, se un gran numero di animali si muove nella stessa direzione e deve così attraversare una strada ben trafficata, non è difficile immaginare il risultato.
In molti luoghi, anche a livello locale e nel resto della regione, gli anfibi vengono quindi soccorsi. L’associazione esorta pertanto gli automobilisti, se possibile, a evitare i tratti dove avvengono le migrazioni, utilizzando percorsi alternativi, o quanto meno a percorrerli a bassa velocità (30 chilometri all’ora). Oltre al traffico gli anfibi subiscono del resto, come sottolinea ancora l’associazione Eugenio Rosmann, anche gli effetti dei cambiamenti climatici, della perdita di habitat, che si tratti di stagni o scoline, e dei pesticidi usati in agricoltura.
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