Volkswagen, da gennaio partono i richiami in Italia
ROMA. «Siamo in presenza di una truffa senza precedenti ai danni dei consumatori». Il ministro dei trasporti e infrastrutture Graziano Delrio non usa mezzi termini parlando della vicenda Volkswagen e fa sapere che i veicoli circolanti in Italia coinvolti nello scandalo ammontano a circa 710mila e annuncia che nei controlli a campione decisi dal Ministero verranno incluse anche le auto blu. «Molto difficile» però quantificare l’impatto dell’eventuale mancata vendita di auto Volkswagen sull’indotto italiano, sostiene il ministro, che assicura che l’industria dell’automotive italiana è ripartita ed è molto forte.
L’occasione per fare il punto sull’impatto in Italia dello scandalo delle “emissioni truccate” è l’audizione del ministro davanti alle commissioni riunite Ambiente, Attività produttive e Trasporti della Camera. «Siamo in presenza di una truffa senza precedenti, ai danni dei consumatori, un grave vulnus alla fiducia all’interno del mercato europeo e anche all’immagine che l’industria dell’auto europea aveva guadagnato in questi anni. Siamo in presenza di una crisi vera», ha esordito il ministro, spiegando poi che Volkswagen Group ha comunicato che i veicoli circolanti in Italia coinvolti risultano pari a 709.712, suddivisi tra i marchi Volkswagen, Audi, Seat e Skoda. I proprietari dei veicoli non conformi «saranno informati attraverso una campagna di richiamo e i loro veicoli saranno resi conformi alla norma sulle emissioni mediante le dovute azioni correttive», ha spiegato il ministro, confermando che i richiami inizieranno da gennaio 2016.
Nel frattempo la casa automobilistica tedesca sta provvedendo ad identificare una soluzione per la correzione dei device illegali, seguendo un calendario stabilito dall’Ente omologatore tedesco (Kba) e divulgato dal ministro tedesco Dobrindt ai ministri europei.
Per quanto riguarda l’impatto sulle imprese italiane dell’indotto Vw e il rapporto con l’industria automobilistica tedesca, il ministro ha comunque assicurato di essere in contatto con la Camera di commercio italo-tedesca di Francoforte. Più in generale l’Italia sposa la linea europea: «Il governo italiano sceglie di stare dentro le decisioni che prende l’Unione europea, che ha scelto un comportamento uniforme votato a stragrande maggioranza e noi staremo dentro queste regole che permettono all’industria di adeguarsi». Esiste però anche il problema dell’aumento delle emissioni a causa del traffico veicolare: «Su questo stiamo andando peggio e per questo è così importante che si faccia una politica decisa di trasferimento delle merci su ferro e di investimento sui sistemi metropolitani urbani», ha detto Delrio.
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