Vienna vuole l’esproprio della casa natale di Hitler

Il governo teme che l’edificio di Braunau possa diventare meta di pellegrinaggio di fanatici nazisti o addirittura una specie di mausoleo
la casa natale di Hitler
la casa natale di Hitler

VIENNA. A più di 70 anni dalla sua morte, la figura di Hitler continua a inquietare gli austriaci, nonostante tutti i tentativi di rimozione. Un "memento" perenne è dato dalla casa natale del dittatore, a Braunau, cittadina dell'Alta Austria sulle sponde dell'Inn, non distante dal confine con la Germania. L'edificio sta lì da quattro secoli e neppure i bombardamenti della seconda guerra mondiale sono riusciti a centrarlo. Per l'Austria quella casa rappresenta una bomba a orologeria. Si teme che possa diventare meta di pellegrinaggio di vecchi e nuovi nazisti o che, cambiando di proprietà, possa addirittura diventare una sorta di mausoleo dedicato al Führer.

Negli anni '70 era stato affittato dallo Stato per ospitarvi un centro per assistenza diurna a persone disabili. Ma nel 2011 l'istituto che se ne prendeva cura dovette sloggiare, perché l'immobile non aveva i requisiti per accogliere persone con difficoltà motorie e la proprietaria, Gerlinde Pommer, non aveva dato l'autorizzazione per eseguire i necessari lavori di ristrutturazione. Da allora la casa è vuota e lo Stato continua a pagare l'affitto di 5.000 euro al mese, pur di evitare che altri vi mettano piede, facendone un covo di nostalgici. Inutile finora ogni tentativo di convincere Frau Pommer a vendere l'immobile, che per lei, evidentemente, era diventato la gallina dalla uova d'oro. Dopo cinque anni di tira e molla, sembra che ora lo Stato abbia individuato una soluzione: l'edificio sarà espropriato. Si tratta evidentemente di una forzatura giuridica, perché in uno Stato di diritto gli espropri devono essere giustificati, ma a Vienna, prima di decidere, è stato consultato il servizio affari costituzionali della cancelleria federale. Risultato: l'esproprio si può fare, ma serve una legge "ad hoc". «Dopo tutti questi anni di discussione - ha dichiarato Karl-Heinz Grundboeck, portavoce del ministero degli Interni - siamo giunti alla conclusione che quella dell'esproprio è l'unica via percorribile, per escludere che l'edificio possa essere utilizzato per celebrare il passato nazista».

L'operazionesarà fatta come se si trattasse di un esproprio per la costruzione di una strada o di una linea ferroviaria: saranno usati gli stessi criteri per indennizzare la proprietaria. Sulla destinazione futura ogni ipotesi è aperta. Dopo la chiusura del centro per disabili alcuni avevano proposto di farne un "memoriale dell'Olocausto" oppure un "centro per la pace". Nel dibattito si era inserito anche un deputato alla Duma russa, disposto a raccogliere due milioni di euro per acquistare la casa e raderla al suolo. Della storia dell'immobile e della nascita che vi avvenne di Adolf Hitler, quarto di sei figli dell'impiegato della dogana Alois e della sua terza moglie Klara, oggi non vi è alcuna traccia.

(m.d.b.)

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